Cinquantunenne deputato del Pdl, romano di origine abruzzese, cantante e giornalista

Al Secolo arriva De Angelis: “Non sono l’uomo nero”

Marcello De Angelis

ROMA – Lui ci scherza, già prevedendo quanto scriveranno di lui. “E’ arrivato l’uomo nero…”. Marcello De Angelis, cinquantunenne deputato del Pdl, romano di origine abruzzese, cantante e giornalista, da ieri direttore del Secolo d’Italia, tornato pidiellino dopo la lunga e creativa direzione di Flavia Perina. “Una sfida difficile”, ammette pochi minuti dopo la nomina.
Lui, De Angelis, ha vissuto molte vite. La prima, quella appunto che ironicamente definisce “dell’uomo nero” – turbolenta assai – da militante studentesco di destra e giovanissimo fondatore di Terza posizione, condannato per banda armata sconta tre anni di reclusione. Esce e fonda un gruppo musicale, i 270bis, ritagliandosi una nicchia musicale molto apprezzata fra i militanti della destra.
Torna alla politica attiva con Alleanza Nazionale, da giornalista dirige il mensile Area. Entra in Parlamento nel 2006, senatore aennino, poi deputato nel 2008. A lungo vicinissimo a Gianni Alemanno, poi “finiano” nella fase pidiellina del nuovo corso del presidente della Camera, resta nel Pdl e coltiva un forte legame con Andrea Augello e Altero Matteoli. Ma il suo nome riesce a mettere d’accordo i “colonnelli” dell’ex An per la guida del “Secolo”.
Deputato, certo, ma con una mai nascosta “cotta” per il giornalismo. Sempre presente a Montecitorio, si intrattiene per ora con i cronisti a discutere di politica e tracciare scenari. I colleghi deputati gli riconoscono il merito di aver “limato” alcuni spigoli caratteriali e scherzosamente lo dipingono come “l’ultimo dei democristiani” votato alla mediazione. A lungo “corteggiato” dai finiani, è rimasto nel Pdl anche se a volte su posizioni critiche.
Di origini abruzzesi, terra nella quale è stato eletto, ma anche appassionato di rugby, di birra e dell’oroscopo di Branko, che leggeva in Transatlantico nelle turbolente giornate della sfiorata crisi di governo invernale.
Ora gli tocca la direzione del “Secolo”, fino a poche settimane fa quotidiano a forte trazione finiana, capace di alimentare il dibattito e sostenere l’avventura futurista. Tornato nelle mani del Pdl, la scelta è caduta su De Angelis: “Per me è un onore, speriamo bene…”.

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