Sotto accusa la telefonata del 14 febbraio 2010, la prima sera in cui Ruby giunge ad Arcore

Fede si difende: “Quel cellulare è di Mora”

Emilio Fede

Ruby

MILANO – Nell’ambito dell’inchiesta principale sul cosiddetto caso Ruby, il direttotore del Tg4, Emilio Fede, ha ribadito oggi in una conferenza stampa coi suoi avvocati di non aver portato alle feste ad Arcore la ballerina marocchina al centro del processo, che vede indagati anche il consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti e l’impresario Lele Mora.
Oggi i legali di Fede, Nadia Alecci e Gaetano Pecorella, hanno affermato che tutta l’ipotesi accusatoria si fonda su un “errore grossolano”. Negli atti della procura, infatti, la telefonata del 14 febbraio 2010, la prima sera in cui Ruby giunge ad Arcore, viene indicata come una chiamata in cui Ruby contatta Fede, ma il numero di cellulare indicato come utenza di Fede in realtà apparterebbe a Mora.
Il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha detto: “valuteremo le deduzioni della difesa di Ruby e della difesa Fede in aula, non entro nel merito delle cose dette dalla difesa di Fede”, e ha aggiunto: “esamineremo con estrema attenzione e scupolo le deduzioni difensive”.
Qualche settimana fa l’avvocato di Minetti ha presentato ai pm una memoria che di fatto scarica le responsabilità nei confronti di Fede e Mora, affermando che le escort ad Arcore venivano portate da loro e non da Minetti. Tutti e tre sono accusati di induzione e sfruttamento della prostituzione, anche minorile.
Gli avvocati hanno anche riferito di aver sentito nelle loro indagini difensive un impresario che dice di aver incontrato Ruby a Milano per un casting, che non andò bene, avviandola poi da Lele Mora. Secondo gli avvocati questo passaggio dimostrarebbe che non fu Fede a portare Ruby ad Arcore e che il direttore del Tg4 non è stato contattato da lei.
Per gli avvocati, il primo contatto telefonico tra Ruby e Fede avvenne il 26 aprile 2010, e successivamente ci furono altre 12 telefonate alle quali Fede dice di non aver mai risposto.
Nell’ambito di questa indagine, che ruota attorno a Ruby, è stata stralciata la posizione del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il cui processo con rito immediato con l’imputazione di prostituzione minorile è iniziato il 6 aprile davanti al Tribunale di Milano.

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