Il 4 maggio riprende il processo davanti alla Corte d’Assise di Trapani

Omicidio Rostagno: non fu solo mafia

Chicca Roveri

Mauro Rostagno

TRAPANI – Riprenderà il 4 maggio, davanti alla Corte d’Assise di Trapani, presieduta da Angelo Pellino, il processo per l’omicidio del sociologo-giornalista Mauro Rostagno, ucciso il 26 settembre 1988.
Nell’ultima udienza, si è svolto il controesame di Elisabetta “Chicca” Roveri, compagna di Rostagno, da parte degli avvocati Vito e Salvatore Galluffo, difensori del presunto killer, Vito Mazzara, che avrebbe agito su input del boss di Trapani, Vincenzo Virga.
Per oltre 5 ore Chicca Roveri ha risposto alle domande della difesa riguardanti principalmente i rapporti della donna con un ex ospite della comunità Saman, Luciano Marrocco, che ebbe una relazione con la Roveri, prima nel 1986 e successivamente dopo l’uccisione di Mauro Rostagno.
Per il resto gli avvocati Galluffo hanno approfondito i criteri di gestione della comunità terapeutica, prima e dopo la morte del sociologo, soffermandosi anche sui ricordi della teste in relazione alle ore che seguirono l’omicidio.
Tra le diverse dichiarazioni ribadite da Chicca Roveri dopo la deposizione della scorsa udienza, la teste ha affermato: “Ho sempre avuto certezza che dietro la morte di Mauro non ci fosse solo la mafia, ma qualcosa di così grosso che non si può neppure immaginare, tant’è che siamo ancora qua a chiederci se è stata la mafia”.
La richiesta di nuove audizioni per il maggiore Nazareno Montanti e il luogotenente Beniamino Cannas, entrambi in servizio al Reparto operativo dei carabinieri di Trapani all’epoca dell’omicidio di Mauro Rostagno, sono state formalizzate dal pubblico ministero Gaetano Paci, sulla base di una recentissima attività integrativa di indagine che è stata delegata al Comando provinciale dell’Arma.
E’ stata avanzata, in conclusione dell’udienza riguardante l’uccisione del sociologo-giornalista, “per capire – ha evidenziato Paci – per quali ragioni, due vicende legate al lavoro giornalistico svolto da Rostagno, non sono state menzionate in aula”, quando gli stessi investigatori sono stati ascoltati nel corso del processo.
In particolare, sarebbe emerso che nel febbraio del 1988, l’allora brigadiere Cannas, dieci giorni dopo avere raccolto sommarie informazioni da Mauro Rostagno, trasmise un’informativa all’autorità giudiziaria di Palermo; il 22 giugno 1987, invece, l’allora capitano Montanti “aveva depositato, all’allora procuratore di Trapani, Antonino Coci, e a Claudio Lo Curto della Procura di Caltanissetta, una informativa di 69 pagine, con una ricostruzione dettagliata e minuziosa sulle perquisizioni effettuate alla loggia Scontrino. Di tutti questi elementi – ha precisato il Pm – non vi è mai cenno in tutte le informative, tranne che nella nota fornita il 6 aprile 2011 dal Comando provinciale dei carabinieri”.
In relazione alla scomparsa della borsa di Mauro Rostagno, Paci ha inoltre chiesto l’acquisizione del verbale del 30 settembre 1988, che attesta la restituzione degli effetti personali di Rostagno alla sua compagna Chicca Roveri, “e faccio notare – ha aggiunto – che questi effetti personali vennero restituiti dal brigadiere Cannas”.
La Corte d’Assise, presieduta da Angelo Pellino, si è riservata la decisione fino alla prossima udienza, fissata per il prossimo 4 maggio, quando peraltro è prevista l’audizione di Monica Serra, la giovane che viaggiava sulla Fiat Duna di Rostagno al momento dell’omicidio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *