All’assemblea degli azionisti di Mediaset bacchettate al Gruppo Espresso-Repubblica

Confalonieri contro le “prediche antitelevisive”

Fedele Confalonieri

COLOGNO MONZESE (Milano) – Gli editori di carta stampata si dedicano a “obsolete prediche antitelevisive”. Lo ha detto il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, introducendo l’Assemblea degli azionisti. In particolare, secondo il manager, le “prediche” sono in chiave “soprattutto anti-Mediaset” e in testa c’è “il Gruppo Espresso-Repubblica”.
Nel mirino di Confalonieri, in particolare, articoli di giornale che parlano di “flop del digitale, che è qualcosa che riguarda il mondo intero” e che “aumenta la platea televisiva” e quelli che parlano di un duopolio Rai-Mediaset.
“Come si fa a parlare  – si è chiesto – di duopolio quando con il digitale, oltre alle nove tradizionali reti analogiche, hanno visto la luce quarantuno nuovi canali, che già raccolgono oltre il 15% dell’ascolto totale? E come si fa a dire che non esiste ancora il tanto invocato terzo polo in Italia, quando si stagliano nel panorama tv colossi come Sky e aziende in forte espansione come La7?”.
Confalonieri, poi, ha lamentato anche una “incomprensibile politica di favore verso il mondo delle telecomunicazioni a scapito di noi televisivi” nell’ambito della gara per la banda a 800 Mhz, che l’Europa prescrive di assegnare agli operatori di telefonia mobile e “la totale assenza di regole e controlli” per internet, mentre c’è “una pesante ingerenza degli organi di regolamentazione” per la tv. “E’ un’asimetria molto dannosa”, ha concluso Confalonieri.
Il presidente di Mediaset, inoltre, ha detto che “gli analisti e i giornali finanzari esprimono «giudizi troppo prudenti” sul gruppo, e “ignorando i brillanti risultati ottenuti oggi come in passato, esprimono giudizi troppo prudenti sulla nostra azienda”, sottovalutando “la nostra posizione di leader sul mercato e il grande potenziale di sviluppo”.
Il gruppo di Cologno Monzese, ha rivendicato il manager, “nel 2010 ha aumentato utile e fatturato”, nonostante la crisi globale che ha lasciato una ripresa “lenta” e “consumi, che per noi sono un traino fondamentale, con una dinamica ancora incerta”.

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