PERUGIA – Sì alla nuova informazione on line, ma il web non è il messia. La carta stampata è in declino, ma Internet “non è la soluzione di tutti i problemi”, in particolare per i rischi di “approssimazione” e “superficialità”. E la multimedialità non è “l’unico toccasana per uscire dall’attuale crisi”.
E’ l’analisi di Giulio Anselmi, presidente dell’Ansa, nella ‘lectio magistralis’ tenuta ieri al festival internazionale del giornalismo di Perugia. “Il mondo di Internet – spiega Anselmi – non riesce a superare l’approssimazione e la superficialità che sono stati uno dei limiti più gravi del cartaceo e nel settore della carta i giornalisti, pur avendo capito che non si può fermare il mondo per paura, sono ben lontani dal comprendere la vera importanza del sapere digitale”.
Quanto alla multimedialità, “l’improvvisazione è fatale: non basta declinare l’informazione in molti modi perché diventi buona. se è scadente, resterà tale. Bisogna puntare alla qualita”. Per questo, secondo Anselmi, “é opportuno sviluppare sensatamente il nuovo giornalismo senza messianismi sul valore di Internet e gestire il declino del vecchio”.
Di qui alcuni suggerimenti a editori e giornalisti: “Se gli editori badassero al prodotto, imparerebbero meglio il loro mestiere e guadagnarebbero qualche euro in più. I giornalisti devono aver chiaro che anche nell’era del web il loro mestiere è trovare notizie, vedere, scovare, scavare, craccare, interpretare i dati con gli occhi della realtà, ma anche con gli occhi di Internet. In questo senso benedetto Wikileaks come strumento da gestire”, senza idealizzarlo.
Quanto all’attuale panorama dell’informazione, Anselmi aggiunge: “non mi sentirei di dire che l’obiettività vince, anzi è un’idea perdente, ma resta la linea da seguire”. “Mi considero – dice Anselmi – in un partito minoritario e decrescente, ma non è un buon motivo per non continuare a crederci, anche se, in una stagione in cui l’organizzazione politica e la struttura editoriale fanno un’informazione tutt’altro che serena, parlare di obiettività rischia di far fare la figura dei cretini”.
Obiettività è piuttosto “cercare di raccontare storie avvicinandosi il più possibile alla realtà. Credo che si possa fare: dipende – insiste Anselmi – dalla misura in cui un giornalista voglia durare, oppure voglia essere autonomo e quindi contare”.