ROMA – La Federazione italiana degli editori ribadisce “la contrarietà a qualunque forma di divieto di pubblicazione di notizie che non siano dichiarate espressamente segrete dalla legge o dall’autorità giudiziaria”. Una contrarietà espressa attraverso le parole del presidente Carlo Malinconico, in occasione della relazione sullo stato di salute dell’editoria riferito al triennio 2008-2010.
Malinconico, prendendo spunto dal messaggio fatto pervenire dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha sostenuto: “Non ci possono essere condizioni o riserve a questo principio. Nè è giustificabile qualunque tentativo di risolvere i problemi «a monte», imponendo «a valle» ai giornali di non pubblicare”.
Il presidente della Fieg ha ribadito che il divieto di pubblicazione di atti e di notizie relativi a procedimenti penali, comprese le intercettazioni, “è contro la Costituzione e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Le distorsioni del sistema vanno eliminate a monte, non a danno dell’ultimo anello della catena, che ha il diritto-dovere di informare”.
Si potrà anche dire che ci siano stati e ci siano ancora abusi, ha sottolineato inoltre, ma il rimedio “non sta nel divieto generalizzato e sanzionato penalmente per i giornalisti e gli editori, ma nella verifica degli abusi sulla base dei principi che la giurisprudenza ha posto come limiti alla libertà di cronaca e di critica”. Malinconico ha aggiunto “del resto l’esigenza di una valutazione caso per caso è stata segnalata dall’autorità garante dei dati personali.
Non c’è dubbio che un effetto estremamente positivo può essere dato dalla previsione di un codice deontologico, su cui il Garante stesso potrebbe esprimere la propria preventiva valutazione. Così come è essenziale che le vittime di abusi abbiano strumenti efficaci e tempestivi di tutela”.
Il presidente della Fieg ha tenuto a ribadire che “le aziende giornalistiche non producono un bene qualsiasi. Esse sono il veicolo di una libertà fondamentale nel sistema costituzionale che, va ricordato nel 150° dell’Unità d’Italia si trova scolpito già nello Statuto Albertino e nelle costituzioni europee.
La libertà di stampa ha trovato la più completa tutela nell’articolo 21 della Costituzione, come diritto del singolo di esprimere la propria opinione e come diritto della pubblica opinione ad essere informata e a formarsi criticamente”.
Il presidente della Fieg ha ribadito che il divieto di pubblicazione di atti e di notizie relativi a procedimenti penali, comprese le intercettazioni, “è contro la Costituzione e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Le distorsioni del sistema vanno eliminate a monte, non a danno dell’ultimo anello della catena, che ha il diritto-dovere di informare”.
Si potrà anche dire che ci siano stati e ci siano ancora abusi, ha sottolineato inoltre, ma il rimedio “non sta nel divieto generalizzato e sanzionato penalmente per i giornalisti e gli editori, ma nella verifica degli abusi sulla base dei principi che la giurisprudenza ha posto come limiti alla libertà di cronaca e di critica”. Malinconico ha aggiunto “del resto l’esigenza di una valutazione caso per caso è stata segnalata dall’autorità garante dei dati personali.
Non c’è dubbio che un effetto estremamente positivo può essere dato dalla previsione di un codice deontologico, su cui il Garante stesso potrebbe esprimere la propria preventiva valutazione. Così come è essenziale che le vittime di abusi abbiano strumenti efficaci e tempestivi di tutela”.
Il presidente della Fieg ha tenuto a ribadire che “le aziende giornalistiche non producono un bene qualsiasi. Esse sono il veicolo di una libertà fondamentale nel sistema costituzionale che, va ricordato nel 150° dell’Unità d’Italia si trova scolpito già nello Statuto Albertino e nelle costituzioni europee.
La libertà di stampa ha trovato la più completa tutela nell’articolo 21 della Costituzione, come diritto del singolo di esprimere la propria opinione e come diritto della pubblica opinione ad essere informata e a formarsi criticamente”.