MILANO – “L’Europa ha una posizione arretrata per quanto riguarda l’Agenda digitale e in questo difetto europeo, l’Italia fa parte dei soggetti più emarginati”. A dichiararlo è Nicola D’Angelo, commissario dell’Agcom – authority delle comunicazioni – intervenuto alla Cattolica di Milano alla presentazione del “Libro Bianco” sui contenuti dell’Italia digitale.
“Un’arretratezza – ha continuato D’Angelo – di cui non si parla nel nostro Paese e di cui la politica, indipendentemente dall’appartenenza, non si occupa. In questo il Libro Bianco va visto come un primo passaggio perché ha sollevato molte questioni anche se, in soli due anni (la ricerca è durata dal 2008 al 2010, ndr) i problemi sono già cambiati”.
Una riflessione che, secondo gli esperti, avviene al termine di un decennio che ha portato – con l’avvento dei social network, delle piattaforme di video “sharing” (come You Tube) e dei blog – ad una vera “rivoluzione digitale” che ha messo in crisi i media tradizionali.
“Negli ultimi quattro anni – ha continuato il commissario – negli Usa abbiamo avuto un aumento del traffico dati dell’8 mila per cento”. Questa crescita di internet e dell’economia che vi ruota attorno, soprattutto nell’interazione tra economia on-line e off-line, ha portato, secondo D’Angelo, “alla crisi dell’idea del web libero, giocondo con la creazione di un mercato che necessità regole”.
Una riflessione che, secondo gli esperti, avviene al termine di un decennio che ha portato – con l’avvento dei social network, delle piattaforme di video “sharing” (come You Tube) e dei blog – ad una vera “rivoluzione digitale” che ha messo in crisi i media tradizionali.
“Negli ultimi quattro anni – ha continuato il commissario – negli Usa abbiamo avuto un aumento del traffico dati dell’8 mila per cento”. Questa crescita di internet e dell’economia che vi ruota attorno, soprattutto nell’interazione tra economia on-line e off-line, ha portato, secondo D’Angelo, “alla crisi dell’idea del web libero, giocondo con la creazione di un mercato che necessità regole”.
“Di fronte a questo scenario di crescita dell’universo digitale – ha detto D’Angelo – è necessario reperire risorse per gli investimenti infrastrutturali”. Riferendosi in particolare all’Europa e all’Italia il commissario dell’Agcom ha aggiunto che “non è una questione solo di fondi ma di adottare una visione moderna che porti all’adozione di politiche per incentivare la domanda. Ad esempio, attraverso la promozione delle transazioni economiche digitali o la reale digitalizzazione della pubblica amministrazione”.
Per quanto riguarda i contenuti, invece, D’Angelo ha ribadito la necessità di “porre questioni sulle regole” per favorire una “transizione verso il digitale che favorisca gli editori nell’innovazione in rete”. Sul tema dei contenuti, alla tavola rotonda organizzata all’Università Cattolica, Gina Nieri, vicepresidente Rti (gruppo Mediaset), ha parlato della necessità per l’Europa di “non pensare solo alle reti”.
“L’Unione Europea – ha spiegato – ha lanciato un progetto intitolato Europa 2020 per la promozione dell’Agenda digitale, ma in questo viene data molta enfasi alla costruzione di infrastrutture senza, però, curarsi di quello che ci si metterà dentro. Condividiamo l’importanza di ridurre le disuguaglianze rendendo la rete accessibile a tutti, ma questo non può prescindere da un lavoro altrettanto serio sul tema della regolamentazione dei contenuti”.
Per quanto riguarda i contenuti, invece, D’Angelo ha ribadito la necessità di “porre questioni sulle regole” per favorire una “transizione verso il digitale che favorisca gli editori nell’innovazione in rete”. Sul tema dei contenuti, alla tavola rotonda organizzata all’Università Cattolica, Gina Nieri, vicepresidente Rti (gruppo Mediaset), ha parlato della necessità per l’Europa di “non pensare solo alle reti”.
“L’Unione Europea – ha spiegato – ha lanciato un progetto intitolato Europa 2020 per la promozione dell’Agenda digitale, ma in questo viene data molta enfasi alla costruzione di infrastrutture senza, però, curarsi di quello che ci si metterà dentro. Condividiamo l’importanza di ridurre le disuguaglianze rendendo la rete accessibile a tutti, ma questo non può prescindere da un lavoro altrettanto serio sul tema della regolamentazione dei contenuti”.