I maltrattamenti subiti dai quattro inviati del New York Times liberati ieri

Giornalisti minacciati di morte e stupro

Lynsey Addario e Tyler Hicks

NEW YORK (Usa) – Il giorno dopo la liberazione, i quattro giornalisti del New York Times, catturati martedì scorso dalle forze del colonnello Gheddafi, raccontano i maltrattamenti subiti.
Il Ny Times riporta che i quattro sono stati fermati ad un posto di blocco nella città di Ajdabiya, dove sono stati fatti sdraiare a terra.
“Sparategli”, ha sentito dire in arabo Anthony Shadid, capo della redazione di Beirut e vincitore di due premi Pulitzer: “Abbiamo pensato che fosse la fine”.
Al che, un’altra voce ha risposto: “No, non possiamo, sono americani”.

Dopo di che i soldati li hanno legati con le stringhe delle loro stesse scarpe, cavi elettrici e sciarpe.
Lynsey Addario, l’unica donna del gruppo, ha raccontato delle molestie sessuali subite: “Mi hanno palpata molte volte, ogni uomo che è entrato in contatto con noi ha toccato ogni centimetro del mio corpo”.

Un soldato ha minacciato di decapitare il fotografo Tyler Hicks, e Addario è stata colpita con un pugno in faccia e minacciata di morte.
“Più piangevo”, racconta la giornalista parlando del soldato che la maltrattava, “e più lui rideva”. Dopo una notte legati su un camioncino e un’altra in una cella con materassi sporchi, una bottiglia in cui urinare e una caraffa d’acqua, i quattro sono stati bendati, ammanettati con manette di plastica e portati a Tripoli in aereo. Lì però sono stati finalmente trattati bene, e hanno potuto fare una telefonata, rivelando così che erano vivi e prigionieri dei lealisti.
A quel punto sono cominciati i negoziati tra le autorità libiche e americane, che si sono arenate più volte, fino a quando i libici hanno accettato l’intervento della diplomazia turca, che ha ottenuto il rilascio dei quattro. Ora sono in Tunisia e stanno bene.


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