ROMA – Cento anni dopo, la Festa della Donna conserva intatta la sua attualità. Non dappertutto c’è ancora il pieno rispetto dei diritti umani, a prescindere dalla propria condizione, anzi, in molti luoghi, dove i diritti di uguaglianza sono pure sanciti dalle leggi, si addensano nubi pesanti che coprono i più deboli.
Ancora troppe donne sono offese nella loro dignità di persone e di lavoratrici. Libertà, lavoro, dignità sono capisaldi di una società civile, fondamento di ogni progetto di rinascita.
In questo tempo moderno restano più che mai attuali e da attualizzare, in relazione alle vicende che ci attraversano, le idee che la Federazione Nazionale della Stampa italiana portò nel 1908 al 1° Congresso nazionale femminile del Consiglio Nazionale delle donne italiane. La presenza femminile, cioè, a pieno titolo nella società e nel mondo del lavoro in termini di uguaglianza e di rispetto dei diritti umani.Un progetto permanente e aperto, anche perché, a impedire di chiuderlo, ci sono ancora troppe ingiustizie e irresponsabilità che vanno oltre la questione della cosiddetta altra metà del cielo.
L’8 marzo sia, perciò, ora la giornata per richiamare ciascuno a cancellare le discriminazioni e a riconoscere il diritto al lavoro e alla libertà di pensiero, allontanando ogni idea che il dissenso debba essere disciplinato. Per le donne giornaliste e per la Fnsi la difesa della libertà è il punto numero uno di impegno, in una battaglia mai finita per la dignità, che deve interpellare e coinvolgere tutti.
I diritti delle donne violati o negati, sul lavoro, in casa, nello studio, nella vita ordinaria non sono questione di una parte, ma un problema del genere umano e per il sindacato, nello specifico, l’obbligo di perseverare nell’attenzione e nell’impegno per superare squilibri che ancora permangono e per combattere, con forza, aggressioni e discriminazioni.
Più che mai attuali le idee che la Federazione della Stampa portò al 1° Congresso femminile del 1908