Il Messaggero intervista Giuseppe Marra, calabrese, editore e direttore dell’Adnkronos

Editore per essere giornalista più libero

Giuseppe Marra, fondatore, editore e direttore dell’Adnkronos

ROMA – “Perché faccio l’editore? Per essere più libero come giornalista”. Così il fondatore dell’Adnkronos, Giuseppe Marra, in una lunga intervista a Roberto Gervaso oggi sul “Messaggero”. Calabrese di Castelsilano, oggi provincia di Crotone, è nato il 21 novembre 1936 ed è giornalista professionista dal 1965.
Gli ingredienti del tuo successo? “Sono tanti” risponde Marra, principalmente “l’intuito”. Il Cavaliere del Lavoro ripercorre la sua lunghissima carriera dagli esordi come corrispondente del “Messaggero” dalla Calabria e rivela di aver avuto come principale maestro Gaetano Baldacci, anche se il modello stilistico è Indro Montanelli. “Di lui invidiavo la capacità di analisi politica – dice Marra – Non scendeva mai nel cortile e vedeva tutto dalla terrazza”.
Nella sua analisi il direttore dell’Adnkronos si sofferma anche sul giornalismo odierno. “A quelli della mia generazione non piace – afferma – Una volta, la forma della scrittura era la sostanza. Oggi alla forma si preferisce la sostanza, cioè la notizia”.
Interpellato sul fiume di intercettazioni sui mass media, Marra rileva che “le intercettazioni sono giuste quando servono” e se non servono “sono un di più”. Alla domanda poi su come scelga i suoi collaboratori il direttore dell’Adnkronos replica: “In linea di massima, cerco quelli che non mi somigliano”, altrimenti “rischiano di rubarmi il posto. Mi devono essere complementari”.
L’analisi di Pippo Marra si concentra poi sull’informazione e Internet che, sottolinea, “non sarà la tomba della carta stampata, fino a quando ci saranno dei cartodipendenti”. Comunque, “è un medium che avrà delle ricadute su ogni aspetto della nostra vita”. Marra rivela di non essere “un fanatico di questo medium ma ne intuisco le potenzialità rivoluzionarie”. E a una domanda di Gervaso sulla stampa “quarto potere” sottolinea che “bisognerebbe trovare forme nuove o vecchie per renderla indipendente da ogni altro potere affinché – spiega – l’opinione pubblica possa esercitare un vero controllo sociale su tutti i poteri”.
Cosa fai quando non lavori? chiede Gervaso a fine intervista. “Penso – confida il direttore dell’Adnkronos – e questi sono i momenti più faticosi della giornata. O gioco con i miei figli o mi diverto”. Il momento più difficile della tua vita? “Sono stati due, la morte di mio padre e di mia madre”. Il più bello? “Anche questi sono stati due, quando ho sposato Angela e quando sono nati i nostri gemelli Pietro e Giuseppe”.

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