Se fosse “libero di scegliere”, il patron della Tod’s destinerebbe ulteriori investimenti al gruppo editoriale

Diego Della Valle: “Salirei moltissimo in Rcs”

Diego Della Valle

MILANO – Diego Della Valle sarebbe pronto a salire “moltissimo” in Rcs, se fosse “libero di scegliere”. E’ quanto ha detto il patron della Tod’s in una intervista a Gad Lerner, in onda ieri sera nella trasmissione l’Infedele su La7.
“Se io fossi libero di scegliere, la risposta è che oggi saremmo pronti a salire, ma moltissimo, in Rizzoli, perchè ritengo che abbia un grande futuro, le nuove tecnologie sono alle porte, l’azienda è ben condotta, comincia ad essere razionalizzata in modo intelligente”, ha risposto Della Valle, azionista e membro del patto di sindacato di Rcs, alla domanda su ulteriori investimenti nel gruppo editoriale una volta chiarita la situazione.
Della Valle è, inoltre, tornato sulle critiche al patto di sindacato e ha precisato che il riferimento ai “grandi vecchi che contano troppo” era al presidente di Generali, Cesare Geronzi. “Mi riferisco a Geronzi. Il suo atteggiamento non rispecchia il mio modo di pensare e vedere le cose (…) Oggi il mondo è cambiato, i manager vogliono guidare le aziende rispondendo solo del proprio lavoro”.
L’imprenditore ribadisce le critiche già effettuate alla governance di Rcs e in particolare al fatto che le decisioni vengono prese al di fuori dal consiglio di amministrazione. “Io ho fatto una riflessione precisa, ricordando che ci sono luoghi delegati a prendere le decisioni. Per quanto riguarda la Rizzoli è il consiglio di amministrazione”. A questo proposito precisa che: “Tutto questo nasce da lettere fantomatiche mai esistite che avrebbero dovuto sfiduciare il direttore e uno dei firmatari dovevo essere io. Ho colto l’occasione per dire attenzione, noi dobbiamo portare rispetto per la nostra casa editrice, chiunque voglia dire qualcosa ha i luoghi dove poterlo fare, la Rizzoli ha un consiglio di amministrazione di primissimo ordine. E quindi mi sembrava indelicato tentare di spostare il centro di potere fuori dal consiglio”.

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