L’affondo della leader della Cgil ospite, oggi, al Congresso della Stampa Italiana

Camusso: “Precarietà non fa rima con futuro”

Susanna Camusso

BERGAMO – “Il tema più attuale, oggi, è rappresentato dalla parola libertà. Ma l’attualità, in queste ore, ha un altro nome, ed è quello dell’amministratore delegato della Fiat”.
A dirlo è stata Susanna Camusso, segretario nazionale della Cgil, che ha partecipato, oggi, al XXVI Congresso della Stampa Italiana, a Bergamo.
“Libertà è una parola tra le più complicate da maneggiare, oltre che da difendere – ha sottolineato, nel suo intervento, la leader della Cgil – e i giornalisti hanno un ruolo particolare nella libertà di un Paese”.
Inevitabile il richiamo alla vicenda Mirafiori: “In queste ore – ha detto la Camusso – si stanno prendendo decisioni straordinarie per la sorte dei lavoratori della Fiat Mirafiori. Si tratta di scelte che avranno ricadute radicali non solo su quelle persone, ma sull’intera nazione. Si sta, però, anche caricando questa vertenza di un’enfasi le cui conseguenze dovranno essere valutate nel tempo. La domanda, allora, è: quale modello di libertà?”
Perché “se è vero che il cambiamento, l’innovazione sono necessari – ha proseguito la sindacalista –  come innovare? In nome del cambiamento non si possono cancellare diritti che taluni ritengono un ostacolo per i loro interessi. Il cambiamento, qualsiasi cambiamento dev’essere compatibile con la democrazia, più ancora che con la tutela sindacale”.
Quindi, un promemoria: “Il prossimo 23 gennaio sarà una data determinante per il futuro di tanti precari e disoccupati. Entro quel giorno il Collegato Lavoro del 2010 obbliga, chiunque abbia avuto negli anni passati un contratto illegittimo e a tempo determinato, ad esigere giustizia davanti ad un tribunale. E chi non lo farà perderà ogni diritto, anche pregresso. Una situazione gravissima e dolorosa. Una decisione difficile tra la speranza di un lavoro e il timore che questo lavoro precario non venga confermato”.
“So bene – ha concluso la Camusso – che ci sono anche tanti giornalisti precari: non è vero che la precarietà fa crescere il Paese, è vero il contrario. Non si può accettare che centinaia di migliaia di lavoratori precari debbano continuare a progettare il proprio “destino a tempo”. Precarietà significa sconfitta del futuro”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *