Il giornale della Santa Sede cita l'articolo "Sbatti il Papa in prima pagina": balle giornalistiche

L’Osservatore Romano contro l’Unità

CITTA’ DEL VATICANO – L’Osservatore Romano, prendendosela con quelle che nel titolo definisce “balle giornalistiche” riguardanti le parole del Papa, rilancia quanto scritto oggi dall’Unità a proposito, scrive il quotidiano della Santa Sede, “dell’abitudine di enfatizzare – talvolta sino all’estremo dell’invenzione – che da qualche tempo si va diffondendo nei media, soprattutto in Italia”.
L’Osservatore Romano cita l’articolo “Sbatti il Papa in prima pagina”, scritto da Filippo Di Giacomo sul quotidiano fondato da Antonio Gramsci, e ne riprende “l’efficace sommario”: “Da tempo accade che le parole del Pontefice riportate sui giornali non siano quelle realmente pronunciate. Distrazione o cattiva fede?”.
L’attenzione è rivolta soprattutto, sottolinea l’Osservatore Romano, “al trattamento subito dal discorso papale al corpo diplomatico”: “Riassunto nel lancio di agenzia, e via dicendo, tuona così: ‘La liberta’ religiosa della Ue minacciata dall’educazione sessuale. Come avrebbe detto il cardinale Tardini, se questo è quanto capiscono i primi, figuriamoci i secondi”.
Dopo aver riferito il commento di padre Lombardi – “Non si può certo rimproverare al Papa di non aver parlato chiaramente. Ognuno può comprendere senza difficoltà ciò che egli ha detto” – l’Osservatore Romano riprende anche la “sarcastica consequenzialità” tracciata dall’Unità: “Se ne desume che chiunque abbia lanciato il take di agenzia che ha ispirato il titolista del giornale online, che l’ha ripreso per primo, o non ha letto il discorso o non appartiene alla categoria di coloro che possono comprendere senza difficoltà. Oppure, più semplicemente, si finge di occuparsi di cose che riguardano la Chiesa solo per perseguire altri fini”.
Per il giornale vaticano, infine, “non si può non sottoscrivere l’amara e severa conclusione”: “Ora, non si comprende per quale strana congiunzione astrale, nonostante gli articoli di alcuni giornalisti che, prima di parlare o scrivere, hanno ascoltato e letto ciò che il Papa ha realmente pronunciato, smentendo ampiamente la balla del primo lancio d’agenzia e del primo titolo messo online, a vincere nelle riunioni di redazione sia stata, pervicacemente, la ‘non notizia’. In Italia, anche quando il Papa parla di politica al mondo, l’importante è spararla grossa”.

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