BERGAMO – Un appello a superare i conflitti, tra editori e giornalisti, tra chi rappresenta gli uni e chi difende gli altri, quello rivolto da Franco Siddi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, alla folta platea – ma non solo – che, oggi, partecipa all’apertura dei lavori del XXVI Congresso della Fnsi, al Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo.
“Siamo qui ad esercitare una responsabilità che ci compete come soggetto rappresentante di categoria – ha esordito Franco Siddi – nella consapevolezza che le sfide possono essere vinte, sì confliggendo, ma soprattutto comprendendo la necessità di generare rinnovamento, indispensabile nelle nostre industrie editoriali”.
Una sfida difficile, ma doverosa, che “noi abbiamo condotto – ha proseguito il segretario generale della Fnsi – inizialmente in due, ovvero insieme agli editori, poi, una volta separati, siamo andati avanti, ciascuno per la propria strada, certo, ma convinti che gli uni non possano fare a meno degli altri”.
“A 100 anni dalla nascita della Federazione della Stampa Italiana – ha incalzato Siddi – le bussole sono ancora queste, sono sempre lì ed è ad esse che dobbiamo guardare se vogliamo pensare ad un futuro per il giornalismo e l’editoria nel nostro Paese. Alle forze, cioè, che li rappresentano”.
Consapevolezze a cui se ne aggiungono altre: “Sappiamo bene che quando parliamo di informazione, – ha sottolineato il numero uno della Fnsi – non parliamo di auto: non si può confondere l’essenza del lavoro manifatturiero con l’essenza del lavoro intellettuale, quale è quello del giornalista. L’informazione è un bene immateriale per il benessere collettivo e vogliamo che rimanga il pane buono per la società, per tutti, come esige ogni vera democrazia”.
Parole chiare, quelle di Siddi, che lo diventano ancor più quando arriva ad affrontare i problemi concreti della categoria: “Il futuro, che stiamo già pienamente attraversando, non può essere quello di una massa informe di giornalisti chiamati a lavorare per pochi euro a pezzo. Pezzi che, poi, nella stragrande maggioranza dei casi, vengono assemblati da altri, dai pochi contrattualizzati che stanno dentro le redazioni”.
La soluzione? “Ci vuole, innanzitutto, chiarezza – ha concluso, con forza, il segretario della Fnsi – per sgombrare il campo alle facili illusioni, unitamente alla qualità. Sono queste le chiavi di volta per il futuro del giornalismo e dei giornalisti che devono essere preparati, formati, ma anche adeguatamente retribuiti per il lavoro che assicurano, ogni giorno, alle aziende editoriali. Queste ultime devono poter scegliere validi professionisti, e fidelizzarli con contratti adeguati, e i giornalisti, dal canto loro, devono garantire la qualità del proprio mestiere. Una sfida dura, stando all’attualità, ma possibile, in cui il Sindacato ha un ruolo fondamentale”.
L’intervento di Franco Siddi al XXVI Congresso della Stampa Italiana