ROMA – “Il tentativo del direttore generale della Rai di personalizzare lo scontro con il segretario dell’Usigrai cadrà nel vuoto, a differenza delle iniziative del Sindacato unico e unitario dei giornalisti della Rai.
Il Dg sappia che la linea sindacale espressa dal segretario ha il pieno sostegno dei Cdr e delle redazioni della Rai. Lo dimostrano i 1314 votanti al referendum sull’operato del Direttore generale, indetto all’unanimità dall’esecutivo Usigrai e con un solo voto contrario dell’Assemblea dei CdR della Rai. Il direttore generale alza la cortina fumogena personalizzando lo scontro per non entrare nel merito della scorrettezza del suo comportamento nei confronti dell’Usigrai e dei CdR della Rai, scorrettezza confermata dalla recente sentenza della magistratura, e delle sue scelte dissennate che hanno portato la Rai nella gravissima situazione in cui si trova oggi”. E’ quanto si legge in una nota congiunta dei Cdr di: Tg1, Tg2, Tg3, Giornale Radio, Gr Parlamento, Rainews, Televideo, Rai Parlamento, Rai International, Rai Sport, Tgr.“Sono basito per quel che viene fatto leggere in onda nei Tg e nei Gr, come replica aziendale al nostro comunicato sindacale. Quel che è detto nero su bianco da un giudice non può essere indicato come non vero. Un provvedimento della magistratura si può semmai impugnare”. Ha, infatti, affermato Carlo Verna, sottolineando che “l’Usigrai sta mettendo a punto una richiesta formale di rettifica che invierà nelle prossime ore a tutti i direttori di testata Rai (ed in copia ad agenzie e quotidiani), relativa all’affermazione della Rai secondo cui quanto sostiene il sindacato è completamente falso. Qui ci sono fatti e non opinioni.
Nel provvedimento del giudice del Tribunale di Roma, Pucci che ha dichiarato antisindacale il comportamento della Rai si legge: «è sostanzialmente pacifico che in data 4/6/2010 il Direttore Generale in occasione di un incontro con i sindacati li rassicurava circa il rispetto delle procedure di informazione e consultazione in merito alle eventuali modifiche del palinsesto autunnale»; emerge documentalmente che in data 10 giugno 2010 il consiglio di amministrazione «ascoltata la relazione del Direttore generale concernente la proposta di palinsesto delle reti e dei singoli canali, esaminata la documentazione presentata dallo stesso Dg deliberava di prendere atto dello schema di palinsesto per la stagione autunnale 2010 nei termini di cui alla documentazione presentata dallo stesso Dg…».
Non fu babbo Natale a determinare dunque il comportamento sanzionato, ma il capo azienda citato dal giudice quattro volte nello stesso periodo. E ancora si legge: «l’obbligo di informazione e consultazione avrebbe dovuto essere adempiuto ancor prima della seduta consiliare del 10 giugno allorquando il DG proponeva unilateralmente al consiglio lo schema di palinsesto». E’ davvero incredibile la replica aziendale, dalla quale qualunque persona di buon senso e in primis i direttori di testata, anche in ossequio al principio ordinistico del rispetto della verità, deve dissociarsi”.
“E’ evidente – prosegue Verna – che Masi costituisca un caso, non avendo più alcuna serenità per poter gestire il servizio pubblico radiotelevisivo. E’ stato capace in una sola dichiarazione di colpire l’Usigrai, la Fiom e la gente di Napoli, avendo tipizzato un atteggiamento con l’inaccettabile espressione «piccinerie vesuviane»”.
“Volendo offendere me, orgogliosamente napoletano (sarà querelato, ho già dato mandato ad un legale proprio del prestigioso foro di Napoli) tocca un’ampia comunità di persone, la cui autostima è stata ingiustamente provata dall’emergenza rifiuti, ma la cui storia è legata a quella di una raffinata capitale di un grande regno che ha, poi, dato i natali a ben tre presidenti della Repubblica”, conclude Verna.