
Pippo Fava
PALERMO – “Uno straordinario esempio di intellettuale vero e libero che seppe tenere la schiena dritta. Un esempio che oggi dovrebbe fare da guida, accompagnando il mondo dell’informazione e dell’antimafia in un percorso di rinnovamento delle coscienze”. E’ quanto ha dichiarato Sonia Alfano, presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia, parlando del giornalista catanese Giuseppe Fava, assassinato dalla mafia il 5 gennaio del 1984.
“Il concetto etico del giornalismo” elaborato da Pippo Fava è una delle idee più belle e meritevoli di essere perseguite, in un mondo che annega nell’indifferenza, nella corruzione, nella compiacenza e nella mediocrità – ha aggiunto Sonia Alfano – L’8 gennaio a Barcellona Pozzo di Gotto insieme a mio padre ricorderemo anche tutti gli altri giornalisti assassinati dalla mafia”.
“Pippo Fava, come Beppe Alfano, è stato eliminato fisicamente prima e insultato poi – ha sottolineato ancora il presidente dell’Associazione nazionale familiari vittime di mafia – perché aveva svolto inchieste sulle collusioni della politica e dell’alta finanza con Cosa nostra. Dobbiamo fare di tutto affinché la memoria dei giornalisti uccisi rimanga sempre viva e serva da stimolo a chi oggi vuole seguirne le orme”.