La replica del presidente dell'Ordine alle feroci polemiche che lo hanno investito

Iacopino: “Non siamo gli armatori di Hamas”

Enzo Iacopino

Il libro di Angela Lano su Hamas

ROMA – Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, risponde a chi ha criticato l’iniziativa di ospitare (ieri mattina, 13 dicembre, ndr) nella sede dell’Ordine nazionale, a Roma, la presentazione della “Freedom Flotilla II”, la seconda missione degli attivisti umanitari intenzionati a salpare per Gaza il prossimo marzo.
“Non siamo gli armatori di Hamas, né favoreggiatori dei terroristi palestinesi. Sono solo delle imbecillità messe in giro”, ha esordito Iacopino a inizio conferenza stampa. Nel corso dell’incontro con i giornalisti è stato presentato il libro testimonianza di Angela Lano, “Verso Gaza, in diretta dalla Flottila”, sul viaggio della flotta umanitaria attaccata a maggio dalla marina israeliana.
“Cessino le polemiche e prevalga la voce di coloro che sognano la pace”, ha esortato Iacopino.
Angela Lano è l’unica giornalista professionista italiana che era a bordo delle navi che, nel maggio scorso maggio, furono bloccate dai militari israeliani mentre tentavano di portare aiuti umanitari ai palestinesi della striscia di Gaza.
L’intervento israeliano è stato duramente condannato da una speciale commissione delle Nazioni Unite. Gli organizzatori dell’incontro hanno annunciato la partenza di una seconda Freedom Flotillia della quale farà parte una nave che salperà dall’Italia. I promotori hanno invitato i giornalisti ad ispezionarne il carico per certificare che si tratta di aiuti umanitari.
Sulla vicenda sono intervenuti il presidente ed il segretario generale della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi, dichiarando che “Enzo Iacopino è stato arruolato a forza dal Giornale tra i nemici di Israele per aver ospitato nella sede dell’Ordine nazionale dei Giornalisti la presentazione del libro della collega Angela Lano sulla spedizione Freedom Flottilla. Una concezione strana e pericolosa quella che il Giornale mostra di avere delle rappresentanze della categoria. Consentire la presentazione dell’opera di un giornalista, rispettandone l’autonomia e facendolo sempre nel rispetto delle opinioni di tutti, dovrebbe essere – e per fortuna è – una delle attività più ordinarie e scontate per l’Ordine come per il Sindacato. Evidentemente al Giornale sono convinti che, prima di concedere la sala, i rappresentanti della categoria debbano vagliare i contenuti dei libri e concedere la tribuna solo a quelli graditi, o più vicini alle proprie idee. E’ una concezione – secondo Natale e Siddi – da giornalismo di fazione che non ci appartiene. E la questione israelo-palestinese è cosi delicata e drammatica che non si aiuta certo esigendo censure o erigendo muri al dibattito. Nel solidarizzare col presidente nazionale dell’Ordine, Natale e Siddi riaffermano il “diritto-dovere delle rappresentanze del giornalismo di favorire in ogni modo il dibattito, di far sentire quante più voci possibile, di difendere anche così l’articolo 21”.

Un commento:

  1. Antonio La Tella

    Ho il massimo rispetto nei confronti dei vertici della FNSI, ma chiamarsi fuori – come si fa – dal “giornalismo di fazione” – mi sembra un pò troppo. Mi sbaglio?

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