ROMA – Appare ancora senza sbocchi la vicenda Epolis, che ha cessato l’attività editoriale il 1° ottobre scorso. Non solo non sono stati pagati ancora, disattendendo tutte le scadenze fissate da un accordo siglato al Ministero del lavoro, gli stipendi arretrati dei giornalisti e gli oneri previdenziali pregressi, ma ora la società rompe il silenzio per rassicurare i suoi dipendenti che potranno ricevere presto un anticipo della cassa integrazione grazie ad un accordo tra la Regione Sardegna e l’Inpgi.
Di vero c’è solo che è in corso una azione di solidarietà dei giornalisti e del loro Sindacato, la Fnsi e le Associazioni Regionali di Stampa, che stanno cercando di ovviare con la Regione Sarda alle necessità più urgenti di giornalisti e lavoratori di Epolis abbandonati dall’azienda al loro destino, disattendendo tutti gli impegni presi. E’ intollerabile che Epolis SpA continui a sottrarsi ai suoi obblighi. Il mancato rispetto degli obblighi di legge e degli impegni assunti in sede di Ministero del Lavoro per il pagamento di tre mesi di stipendio arretrati e degli oneri previdenziali sono una pesantissima ipoteca sul futuro e, nel presente, una condizione di responsabilità non delegabile a terzi, che può determinare più di una conseguenza.
Non c’è alcuna surroga possibile né da parte della Regione Sardegna, né da parte degli istituti e del Sindacato dei Giornalisti nei confronti dell’editore, le cui responsabilità stanno diventando gravissime. Nessuno può immaginare di scaricare le proprie responsabilità sociali ed il rischio di impresa su soggetti terzi e tanto meno su istituzioni e lavoratori.
La Giunta Esecutiva della Fnsi, nel ribadire questa ferma posizione, riconferma intanto il proprio sostegno ai colleghi sia sul piano delle legittime azioni di rivendicazione sia in termini di operosa solidarietà. Per questa ragione ha disposto l’anticipazione dal proprio Fondo di solidarietà della cassa integrazione perché ciascun collega, in attesa del perfezionamento del decreto ministeriale e delle intese con la Regione Sarda, possa vedere almeno alleviata la posizione di grave difficoltà in cui li ha fatti precipitare l’azienda. Ma l’editore deve ben sapere che questo intervento non sostituisce bensì aggrava le sue responsabilità.