Il Fatto pubblica la notizia, la Procura conferma l’inchiesta, l’editore si sente “nuovamente diffamato”

“Mario Ciancio Sanfilippo indagato per mafia”

Mario Ciancio Sanfilippo

CATANIA – La Procura di Catania conferma l’esistenza di un’inchiesta su un centro commerciale nel capoluogo etneo, “al quale era interessato anche Mario Ciancio, editore del quotidiano La Sicilia”. “Le notizie sulle inchieste non si commentano – dicono i magistrati commentando l’indiscrezione del Fatto quotidiano – perché coperte da segreto istruttorio, ma, per evitare che il silenzio possa essere scambiato per reticenza, confermiamo l’esistenza di un’inchiesta che è alla battute conclusive. Indagine alla quale si è interessata nel 2009 la trasmissione Report, che è alle sue battute conclusive e che è previdibile avrà la sua conclusione nei primi mesi del 2011″.
Secondo il quotidiano, l’ex presidente della Fieg e consigliere d’amministrazione dell’Ansa sarebbe iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno. Nel fascicolo, aperto all’inizio dello scorso anno, sono confluite anche dichiarazioni di Massimo Ciancimino sull’acquisizione di una quota del pacchetto azionario del Giornale di Sicilia da parte di Mario Ciancio. Valutata anche la pubblicazione di un comunicato su La Sicilia della nomina del nipote incensurato del boss Ercolano alla guida della sezione catanese della Federazione autotrasportatori e di una lettera dal carcere di Vincenzo Santapaola, figlio del capomafia Benedetto.
“La diffusione di notizie riferite a soggetti bene individuati – si legge nella nota della procura – crea in genere imbarazzi negli uffici di Procure, perché la legge non consente né di confermarle né di smentirle, posto che siamo tenuti al segreto investigativo, in considerazione del quale al silenzio non può essere attribuito alcun significato”. Comunque, va detto che “appartiene alla normalità delle Procure l’avvio di indagini allorché si ha notizia di fatti che, anche solo in linea teorica, possano interessare la giustizia penale e allo svolgimento delle indagini consegue l’obbligo di legge della iscrizione dei nominativi ai quali l’indagine è riferita, senza che pertanto possano trarsi conclusioni fino a che l’indagine stessa non è conclusa”.
“Nessuna novità rispetto alla trasmissione Report di un anno e mezzo fa, per la quale ho da tempo proposto una causa risarcitoria innanzi al Tribunale di Roma”. Così l’editore Mario Ciancio, commentando l’indiscrezione del Fatto quotidiano su un’inchiesta della Procura di Catania. “A parte l’originale titolo calunnioso – aggiunge Mario Ciancio – il Fatto Quotidiano ripropone le stesse, trite falsità e insinuazioni. Se gli autori dell’articolo avessero letto tutti gli atti e i documenti che ho depositato davanti al Tribunale di Roma, avrebbero appurato che non ho mai commesso alcun illecito. Evitando, così, una nuova diffamazione in mio danno. Per la quale – conclude l’editore – mi riservo ovviamente ogni opportuna azione. Quanto alla presunta indagine penale, se davvero esistente, ne attendo fiducioso l’esito”.

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