Nicola Gratteri
REGGIO CALABRIA – “Sono in tanti, troppi, oggi, in Italia e in Calabria, i professionisti dell’anti ‘ndrangheta: gente che si è inventata un mestiere e, spesso, senza aver mai lavorato prima”. A dirlo, con chiarezza e assoluta tranquillità – “quella di chi, da 25 anni, la ‘ndrangheta la combatte davvero” – è Nicola Gratteri, procuratore aggiunto della Repubblica alla Direzione Antimafia di Reggio Calabria (nato e cresciuto in Calabria), noto alla stampa anche come autore di “Malapianta”, il libro che lo stesso Gratteri ha scritto sul fenomeno ‘ndrangheta. Nessuna censura, né, tantomeno, peli sulla lingua per il magistrato calabrese, ospite, ieri sera, del programma Ndp-Niente di personale, in onda su La 7.
Incalzato dal conduttore, il giornalista Antonello Piroso, Gratteri ha parlato, come sempre, chiaro: “Quando parlo di professionisti mi riferisco a magistrati, avvocati, certo, ma soprattutto a politici, giornalisti e scrittori che si sono messi a parlare e a scrivere di ‘ndrangheta così, all’improvviso, perché adesso va di moda farlo, senza averla mai conosciuta la ‘ndrangheta. E, nella maggior parte dei casi, nemmeno la Calabria, con la sua realtà, da cui non si può prescindere”.Un monito, che non si fa cruccio di celare il disappunto, quello di Gratteri, uomo di legge, abituato anche ai riflettori. D’altronde, la sua estrema chiarezza fa il paio con una dialettica invidiabile, la stessa con cui, torchiato da Piroso, il magistrato di Reggio chiosa: “Vedrete che presto ci saranno anche film e fiction sulla ‘ndrangheta perché, lo ripeto, adesso la ‘ndrangheta va di moda. Tira”.
Considerazioni il cui peso assume ancor più valore se è vero – come è vero – che arrivano da “un uomo che, prima di fare il magistrato, cosa che faccio da 25 anni, – ha detto Gratteri – la Calabria e la ‘ndrangheta le ha conosciute da cittadino”. Varrà pure qualcosa. E, certo, fa la differenza.
