La mattina del 2 novembre del 1975, quando all’Idroscalo di Ostia fu scoperto il cadavere di Pier Paolo Pasolini, Lucia Visca fu la prima cronista ad accorrere sulla scena del delitto. Lì, su quella spiaggia sporca di sangue e povertà insieme al cadavere del poeta giacevano alcuni indizi importantissimi: dettagli trascurati dai primi investigatori ma che, a distanza ai trentacinque anni dall’assassinio dell’autore di “Ragazzi di vita”, tornano alla ribalta grazie alla riapertura delle indagini voluta dal Tribunale di Roma nella primavera del 2010.
Scrupolosa inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, il libro di Lucia Visca “Pier Paolo Pasolini una morte violenta” (Castelvecchi editore – p.p. 256 – € 15) accende i riflettori su ciò che accadde nelle prime tre ore dopo il ritrovamento del corpo martoriato del poeta, nella convinzione che è proprio a quei momenti che occorre tornare per elaborare ipotesi realistiche sulle modalità dell’omicidio e sui possibili moventi e mandanti di ciò che resta uno dei delitti più dolorosi mai sopportati dalla storia e dall’opinione pubblica italiana.
Scrupolosa inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini, il libro di Lucia Visca “Pier Paolo Pasolini una morte violenta” (Castelvecchi editore – p.p. 256 – € 15) accende i riflettori su ciò che accadde nelle prime tre ore dopo il ritrovamento del corpo martoriato del poeta, nella convinzione che è proprio a quei momenti che occorre tornare per elaborare ipotesi realistiche sulle modalità dell’omicidio e sui possibili moventi e mandanti di ciò che resta uno dei delitti più dolorosi mai sopportati dalla storia e dall’opinione pubblica italiana.
Lucia Visca, giornalista professionista, è nata a Roma nel 1953. Già collaboratrice di Paese Sera, ha lavorato nelle redazioni di diversi quotidiani del gruppo Espresso e, come vaticanista, nell’Agenzia Giornali Locali. Attualmente dirige le testate elettroniche Atlante, Technet e Geopolitica, ed è membro della Giunta Esecutiva della Fnsi.