Affollato sit-in, ieri pomeriggio in viale Mazzini, con il segretario della Fnsi, Franco Siddi

“Annozero: un colpo mortale per la Rai”

ROMA – “Di Annozero io vado fiero, via Masi e la sua Stasi”: Questi alcuni striscioni nel sit-in di solidarietà ad Annozero, che si è svolta ieri pomeriggio davanti alla sede Rai di Viale Mazzini. Un’iniziativa organizzata da Articolo 21 e sostenuta da Fnsi, Usigrai, Agenda blu e Popolo Viola. Tra i partecipanti, il segretario Usigrai, Carlo Verna, il segretario della Fnsi, Franco Siddi, il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti e Carlo Freccero, Felice Belisario di Idv (querelato da Masi), Vincenzo Vita del Pd e, per la redazione di Annozero, Sandro Ruotolo e il legale di Santoro, Domenico D’Amati. Ma anche tanti colleghi giornalisti Rai e non solo.
“Faremo partire una raccolta di firme contro Masi. Aspettiamo di sapere come intende muoversi Santoro in vista del periodo di sospensione e poi siamo pronti ad un’iniziativa di sostegno”, ha spiegato Giulietti. Per Siddi la decisione rappresenta “un colpo mortale per l’azienda, per l’emergenza democratica e per la vita pubblica del nostro Paese. Ma, soprattutto, una decisione avventata che si rivelerà un boomerang”. E, ha aggiunto, Verna “se Masi crede di fermare Annozero con la sanzione disciplinare a carico di Santoro, come sempre più spesso gli capita, si sbaglia di grosso. Il sasso in bocca alla libertà di informazione si trasformerà per lui in un boomerang”.
Ruotolo esorta il presidente della Rai, Paolo Garimberti, a intervenire: “Non può limitarsi a dire che è una sospensione che non condivide, ma ha l’obbligo morale di contrastarla perché inaccettabile. E perché, essendo una trasmissione molto seguita e i dati sugli ascolti lo confermano, va contro gli interessi della stessa azienda”. Freccero si dice attonito e stupefatto per questa decisione: “Michele fa programmi televisivi dal 1987 e non ha mai avuto problemi né di censura, né di sospensione. Anche perché rappresenta il servizio pubblico e il pluralismo, che è l’elemento distintivo della Rai”. Freccero si augura che Masi “ci ripensi”.

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