I grandi editori britannici uniti per bloccare l'ascesa del magnate Rupert Murdoch

“No al Berlusconi del Regno Unito”

Rupert Murdoch

LONDRA – I grandi editori britannici si sono coalizzati, in una mossa più unica che rara, per chiedere al governo britannico, nella persona di Vince Cable, ministro per le Attività Produttive, di bloccare l’offerta d’acquisto delle quote restanti di BSkyB, la società che possiede Sky-Regno Unito, da parte di Rupert Murdoch, il magnate dei media di origine australiana. Gli editori sostengono, infatti, che le sinergie realizzate tra TV e carta stampata ucciderebbero “la pluralità del sistema”.
“Murdoch diventerà il Berlusconi della Gran Bretagna?”, si chiede il Guardian. Il quotidiano liberal, infatti, dedica alla questione un’inchiesta di due pagine. “Si potrebbe addirittura dire – scrive il giornale – che il dominio di Silvio Berlusconi dei mezzi d’informazione sia meno esteso”. Il punto è che se News Corporation otterrà il via libera ad acquistare il 61% di BSkyB – al momento detenuto da fondi pensione americani e britannici – il fatturato aggregato delle società di Murdoch nel Regno Unito schizzerà a 7,5 miliardi di sterline. Molti di più dei 4,8 fatti segnare dal colosso BBC.
Denaro che potrebbe essere investito in operazioni di ‘bundling’: fusioni di contenuto tra il video (Sky) e la carta (Sun, Times, Sunday Times, News of the World). La prospettiva è talmente preoccupante che gruppi con posizioni molto diverse tra loro – da una parte il Daily Telegraph e il Daily Mail, di area Tory, e dall’altra il Guardian e il Daily Mirror, vicini invece ai laburisti – hanno spedito oggi una petizione a Cable per indurlo a bloccare l’acquisto di quelle quote – per le quali Murdoch è disposto a sborsare 8 miliardi di sterline.

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