Per Felice Manti ed il Comitato di redazione "è un attacco alla libertà di stampa"

Cdr Il Giornale: “Deriva intimidatoria”

Milano: la sede de "Il Giornale" in via Gaetano Negri

MILANO – “Una chiara violazione e un attacco alla libertà di stampa, nel tentativo di condizionare la linea editoriale del giornale”. Felice Manti, membro del cdr de “Il Giornale”, commenta così la perquisizione, da parte dei carabinieri, della sede del quotidiano milanese, in via Gaetano Negri 4, e della casa del direttore della testata, Alessandro Sallusti, e del vice direttore Nicola Porro.
“Questa operazione – afferma Manti – arriva in un clima di veleni e fango che è stato sparso sul nostro giornale per alcune inchieste scomode, documentate dalla prima all’ultima pagina”.
“Non vorrei – continua Manti – che questa operazione rientrasse nel disegno di zittire il giornale. Come cdr ci batteremo perché la verità venga fuori. Per i colleghi vale la presunzione di innocenza, solo la magistratura potrà chiarire se esiste un dossier o meno”.
Secondo il membro del cdr “il problema è che questa situazione crea un danno ai colleghi che lavorano in questo giornale facendo un lavoro onesto. Non vorrei che ad essere danneggiati non siano i grandi politici o i grandi disegni, ma il lavoro dei colleghi”.

“Non possiamo farci dettare la linea editoriale da un procuratore”, sottolinea Felice Manti annunciando “una serie di iniziative che il cdr intende prendere a tutela della direzione e del lavoro dei colleghi del quotidiano”.
Prima tra esse il documento nel quale il Comitato di redazione, “appreso con stupore e preoccupazione della perquisizione al Giornale per un presunto dossieraggio ai danni della presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia”, afferma che “la decisione della magistratura di sequestrare i computer e di perquisire le sedi del Giornale e le abitazioni del direttore responsabile Alessandro Sallusti e del vicedirettore Nicola Porro rappresenta un violento attacco alla libertà e all’indipendenza del Giornale e dei suoi giornalisti”.
“Siamo di fronte – è scritto nel documento del Cdr – a una pericolosa deriva intimidatoria nei confronti dell’intera redazione del Giornale e della libertà di stampa, in un clima politico reso incandescente non già dalle coraggiose inchieste di cui il Giornale è stato protagonista negli ultimi mesi, basate su documenti e testimonianze inoppugnabili, ma dal fango e dalle accuse di dossieraggio di cui questa testata è stata vittima solo perché ha osato indagare su una vicenda che riguarda il presidente della Camera”.
“Le accuse mosse dalla magistratura di Napoli – sottolinea il Cdr –  partite dall’intercettazione di due giornalisti totalmente estranei all’inchiesta che vede coinvolto il gruppo Marcegaglia, sono quindi inaccettabili non solo nel merito ma anche nei modi con cui hanno avuto luogo. Dispiace poi – aggiunge il Cdr – dover registrare la reazione di colleghi, evidentemente al servizio di altri interessi, che sono tornati ad attaccare il Giornale senza nemmeno preoccuparsi di approfondire che cosa stesse accadendo. Prendiamo atto della solidarietà espressa dall’Ordine dei giornalisti e dalle organizzazioni sindacali che hanno parlato di «intralcio e censura in un momento così delicato per il mondo dell’informazione». Il Giornale, in ogni caso, non si è mai fatto né si farà mai dettare la propria linea editoriale dalla Procura”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *