
Luigi De Magistris

Maurizio Gasparri
ROMA – ”La Rai della diffamazione è entrata ancora una volta in azione. Sono il contrario della verità affermazioni di giornalisti, politici e quant’altri diffuse attraverso Annozero nei confronti del presidente Scopelliti e della nuova esperienza di governo della Calabria”. Lo ha affermato il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.
”Tutti quelli che hanno visto e conosciuto quella realtà sanno come la trasparenza, l’efficienza, l’antindrangheta dei fatti sono le caratteristiche dell’azione di governo di Giuseppe Scopelliti. Alcuni – aggiunge Gasparri – combattono a parole e solo a parole la criminalità. Altri l’hanno combattuta sul territorio con l’esempio e con la trasparenza.
Insomma, i fatti di Scopelliti contro le chiacchiere degli altri. E’ gravissimo, e lo dico anche al direttore generale della Rai, che la televisione pubblica si faccia ancora una volta strumento di una gratuita diffamazione. E’ questione che porteremo in commissione di Vigilanza perché non é più tollerabile quanto sta avvenendo, tra l’altro con giornalisti che su alcuni temi si inginocchiano e diventano omertosi, su altri aprono i microfoni ad affermazioni prive di fondamento”.
”Gasparri dovrebbe avere rispetto verso tutti quei giornalisti calabresi che ieri sera ad Annozero hanno dato un’immagine di speranza a tutto il Paese”. Lo afferma Luigi de Magistris, eurodeputato Idv e responsabile giustizia del partito.
”Come può il senatore Gasparri pronunciare parole così offensive verso quanti, con coraggio e libertà, scelgono di raccontare la collusione fra ‘ndrangheta e politica, esponendosi ai clan e alla loro violenza? Esperto di macchine del fango e di diffamazione è il suo capo – dice De Magistrs – il presidente del Consiglio, ormai noto come il grande architetto dei dossier e del killeraggio politico. Da un uomo che siede in Parlamento la società civile calabrese si sarebbe aspettata ben altre parole: di sostegno a chi lotta contro il crimine e a quell’informazione che offre visibilità a questa battaglia. Gasparri, è comprensibile, preferisce una Rai ”minzolinizzata”.