
Renato Soru
Numerosi parlamentari del Pd hanno firmato una lettera indirizzata all’editore de “l’Unità”, Renato Soru, per chiedergli di sospendere la decisione di chiudere il 15 ottobre le redazioni dell’Emilia-Romagna e della Toscana, dove il quotidiano fondato da Antonio Gramsci “ha la maggior parte delle vendite, degli abbonamenti e della pubblicità”.
“Abbiamo appreso con preoccupazione – scrivono i parlamentari Pd – dell’intenzione di chiudere dal 15 ottobre le cronache locali della Toscana e dell’Emilia Romagna. Ci permettiamo di fare presente il nostro allarme per il rischio di impoverimento del pluralismo dell’informazione che tale scelta provocherebbe proprio nelle regioni dove più antico e forte è l’insediamento del giornale. Ci risulta, infatti, che Toscana ed Emilia sono le regioni nelle quali l’Unità ha la maggior parte delle vendite, degli abbonamenti e della pubblicità.
Oltre che mettere a rischio tredici posti di lavoro, abbiamo il timore – affermano i deputati Pd – che tale decisione possa rendere incerto lo stesso futuro de l’Unità, al di là delle stesse intenzioni dell’editore. Ci teniamo a sottolineare e a chiarire che questo nostro intervento è dettato unicamente dalla consapevolezza dell’importanza che rappresenta una testata storica come l’Unità, che fa parte del patrimonio culturale e politico della Repubblica, e dalla preoccupazione che un suo ridimensionamento possa privare di una voce importante il dibattito politico che si sta svolgendo nel Partito Democratico e nel centrosinistra”.
I parlamentari del Partito Democratico chiedono, pertanto, all’editore Renato Soru “la sospensione della decisione annunciata, anche di fronte all’impegno concreto e immediato a sostegno del quotidiano che si è registrato in Toscana e in Emilia Romagna da parte di diversi soggetti sociali e politici. Il mantenimento di una data così prossima prevista per la chiusura delle due redazioni regionali, com’è il 15 ottobre, oltre, infatti, a rendere vano lo sforzo di coinvolgere altri soggetti nel sostegno al giornale, impedisce di cercare soluzioni che consentano la continuità del lavoro delle redazioni, salvando le professionalità che vi sono impegnate e garantendo sostenibilità economica all’editrice”.
I parlamentari Pd auspicano, quindi, “che si possa sviluppare un costruttivo confronto con l’editore, con il comune intento di salvare e rafforzare un quotidiano che costituisce una voce autorevole nel panorama dell’informazione italiana e per la democrazia nel nostro Paese”.