
Concita De Gregorio
ROMA – Ancora sciopero a l’Unità. L’assemblea delle redattrici e dei redattori ha, infatti, approvato all’unanimità un’altra giornata di sciopero, per domani, a fronte della indisponibilità mostrata dall’ azienda a ritirare la decisione di sospendere la pubblicazione delle cronache della Toscana e dell’Emilia Romagna a far data dal 15 ottobre, e il conseguente annuncio di nuove eccedenze. Dopo le prime due giornate di astensione dal lavoro, del 17 e 18 settembre scorsi, i giornalisti hanno, quindi, deciso di utilizzare la prima delle ulteriori cinque giornate di sciopero deliberate dall’assemblea.
“Tutto questo – affermano i giornalisti – nonostante le numerose disponibilità a sostenere il giornale pervenute da soggetti politici, sindacali ed economici delle due Regioni. I giornalisti – è scritto nella nota dell’assemblea – non trattano sotto ricatto, e richiamano l’editore al rispetto delle regole: si tolga subito dal tavolo la data capestro e si presenti un piano che spieghi il nuovo progetto a cui si sta pensando. Questo richiedono corrette relazioni sindacali, tanto più durante uno stato di crisi già aperto, con casse integrazioni in corso. A l’Unità non servono tagli indiscriminati e miopi, ma progetti seri e investimenti, che ridisegnino il suo ruolo nel panorama editoriale”. I redattori “apprezzano la netta presa di posizione del direttore Concita De Gregorio, che ha ribadito alle organizzazioni sindacali, alla presenza dell’amministratore delegato Fabrizio Meli, la sua contrarietà alla chiusura delle pagine locali”. Soltanto di fronte ad un ripensamento del consiglio d’amministrazione la protesta potrà essere revocata. In caso contrario, domani i giornalisti si asterranno dal lavoro impedendo l’uscita del giornale del 3 ottobre.
Sulla vertenza, la Fnsi rinnova la propria solidarietà alla redazione de “l’Unità” che deve ricorrere nuovamente allo sciopero per ottenere dall’azienda editrice il rispetto degli accordi sullo stato di crisi. E l’indispensabile chiarezza sui progetti editoriali e industriali.