REGGIO CALABRIA – Ci sono anche i responsabili dell’intimidazione compiuta a Reggio Calabria contro il giornalista Antonino Monteleone tra le 22 persone coinvolte nell’operazione contro la cosca Serraino della ‘ndrangheta.
L’operazione, denominata «Epilogo», ha consentito di individuare, secondo quanto hanno riferito i carabinieri, una componente organica della cosca Serraino, operante nel quartiere San Sperato di Reggio Calabria e nel comune di Cardeto, di definirne gli interessi criminali e di fare luce su alcuni fatti delittuosi compiuti sul territorio. E tra questi c’è l’intimidazione compiuta il 5 febbraio scorso ai danni di Antonino Monteleone, al quale fu incendiata l’automobile, parcheggiata nei pressi della sua abitazione.
Con questi arresti si fa in parte luce sull’attentato fatto il 3 gennaio scorso a Reggio Calabria contro la sede della Procura generale. Sarebbe stato legato ai contrasti interni agli uffici. Dall’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro è emerso, infatti, che l’attentato sarebbe da ricondurre a una reazione della cosca Serraino dopo che il procuratore generale Salvatore Di Landro, poco dopo il suo insediamento, avvenuto nel novembre del 2009, aveva deciso di revocare alcuni fascicoli processuali al sostituto Francesco Neri.