
MILANO – Chiarimenti e integrazioni sulla consulenza degli esperti nominati dalla Corte d’Appello civile di Milano e depositata, venerdì scorso, nell’ambito della causa con al centro la vicenda del Lodo Mondadori. E’ la richiesta avanzata oggi in aula dai legali di Fininvest che hanno ottenuto di depositare per il prossimo 5 ottobre la loro istanza con sette quesiti. Avranno, invece, tempo fino all’11 ottobre per il deposito delle repliche gli avvocati di Cir, i quali pur non condividendo in alcuni punti le conclusioni dei consulenti, si sono opposti all’istanza della controparte. E’ quanto è accaduto oggi in aula all’udienza ‘interlocutoria’ della causa che vede contrapposte Cir a Fininvest.
Fuori dall’aula, invece, uno dei legali della società del Biscione, il prof. Romano Vaccarella, ha attaccato ancora una volta la sentenza di primo grado con cui lo scorso ottobre Cir si è vista riconoscere un risarcimento di 750 milioni di euro da parte di Fininvest. Il legale ha, inoltre, escluso al momento qualsiasi ipotesi di transazione. Su questo punto è intervento anche l’amministratore delegato di Fininvest, Pasquale Cannatelli, anche lui presente in Tribunale: “Sono colpi di sole – ha detto – anche se l’estate è finita. Il processo sta continuando e ci sono tempi lunghi”.
Ma riguardo alla consulenza d’ufficio depositata venerdì scorso, il professor Vaccarella, al termine dell’udienza, ha commentato: “Ha di buono che ha dimostrato che la sentenza di primo grado, quella del giudice Mesiano, non sta in piedi, nemmeno sul quantum, e fa acqua da tutte le parti. Il metodo è stato frantumato”. Comunque, ha ritenuto siano necessari “approfondimenti” sull’elaborato firmato dal pool di esperti nominato dalla Corte e guidato dal prof. Luigi Guatri, ex rettore della Bocconi ed è ritornato a sottolineare che il lavoro è stato effettuato “sulla base di un quesito da noi sempre contestato, anche perché la cosiddetta proposta Fininvest non è mai esistita”.
Inoltre, il legale ha precisato che quelli al centro della causa sono fatti “di vent’anni fa”, e che c’é bisogno di “spiegazioni su certi percorsi logici”. Tra i sette punti su cui Fininvest chiederà chiarimenti e integrazioni ai consulenti c’é quello che riguarda, come ha riassunto ai giudici sempre Vaccarella, “la valutazione fatta sui pacchetti azionari scambiati” all’epoca dell’accordo “senza tener conto dei premi di maggioranza ad essi legati”. “Non si comprende – ha proseguito – o perché è implicito della consulenza o perché non se ne è tenuto conto, l’andamento delle società” al centro della transazione. “Mondadori allora aveva un trend negativo – ha aggiunto – mentre Espresso, Finegil e Repubblica un trend positivo”.
Diversa la posizione dei legali di Cir, l’avvocato Elisabetta Rubini e il prof. Vincenzo Roppo: “Anche noi come controparte – ha affermato Roppo – abbiamo ragioni di soddisfazione e insoddisfazione: però non riteniamo la consulenza incompleta, oscura oppure contraddittoria. Ci sono solamente alcune conclusioni che non condividiamo” in particolare per quanto riguarda i punti non previsti dal quesito posto dai giudici ai consulenti. Su questa base gli avvocati della società di De Benedetti hanno spiegato alla Corte che non intendono chiedere chiarimenti né integrazioni perché ritengono “non vi siano lacune”.
Pertanto, hanno domandato di andare avanti con il procedimento e, per i rilievi di Fininvest, di rinviare in sede di conclusioni i rilievi senza quindi convocare i consulenti d’ufficio. A questo punto i giudici, dopo aver valutato l’istanza dei Fininvest e le repliche di Cir, o decideranno di sentire in aula i consulenti per chiarimenti e precisazioni o di rinviare all’udienza per le precisazioni delle conclusioni. La decisione sul risarcimento dovrebbe arrivare il prossimo anno.
Fuori dall’aula, invece, uno dei legali della società del Biscione, il prof. Romano Vaccarella, ha attaccato ancora una volta la sentenza di primo grado con cui lo scorso ottobre Cir si è vista riconoscere un risarcimento di 750 milioni di euro da parte di Fininvest. Il legale ha, inoltre, escluso al momento qualsiasi ipotesi di transazione. Su questo punto è intervento anche l’amministratore delegato di Fininvest, Pasquale Cannatelli, anche lui presente in Tribunale: “Sono colpi di sole – ha detto – anche se l’estate è finita. Il processo sta continuando e ci sono tempi lunghi”.
Ma riguardo alla consulenza d’ufficio depositata venerdì scorso, il professor Vaccarella, al termine dell’udienza, ha commentato: “Ha di buono che ha dimostrato che la sentenza di primo grado, quella del giudice Mesiano, non sta in piedi, nemmeno sul quantum, e fa acqua da tutte le parti. Il metodo è stato frantumato”. Comunque, ha ritenuto siano necessari “approfondimenti” sull’elaborato firmato dal pool di esperti nominato dalla Corte e guidato dal prof. Luigi Guatri, ex rettore della Bocconi ed è ritornato a sottolineare che il lavoro è stato effettuato “sulla base di un quesito da noi sempre contestato, anche perché la cosiddetta proposta Fininvest non è mai esistita”.
Inoltre, il legale ha precisato che quelli al centro della causa sono fatti “di vent’anni fa”, e che c’é bisogno di “spiegazioni su certi percorsi logici”. Tra i sette punti su cui Fininvest chiederà chiarimenti e integrazioni ai consulenti c’é quello che riguarda, come ha riassunto ai giudici sempre Vaccarella, “la valutazione fatta sui pacchetti azionari scambiati” all’epoca dell’accordo “senza tener conto dei premi di maggioranza ad essi legati”. “Non si comprende – ha proseguito – o perché è implicito della consulenza o perché non se ne è tenuto conto, l’andamento delle società” al centro della transazione. “Mondadori allora aveva un trend negativo – ha aggiunto – mentre Espresso, Finegil e Repubblica un trend positivo”.
Diversa la posizione dei legali di Cir, l’avvocato Elisabetta Rubini e il prof. Vincenzo Roppo: “Anche noi come controparte – ha affermato Roppo – abbiamo ragioni di soddisfazione e insoddisfazione: però non riteniamo la consulenza incompleta, oscura oppure contraddittoria. Ci sono solamente alcune conclusioni che non condividiamo” in particolare per quanto riguarda i punti non previsti dal quesito posto dai giudici ai consulenti. Su questa base gli avvocati della società di De Benedetti hanno spiegato alla Corte che non intendono chiedere chiarimenti né integrazioni perché ritengono “non vi siano lacune”.
Pertanto, hanno domandato di andare avanti con il procedimento e, per i rilievi di Fininvest, di rinviare in sede di conclusioni i rilievi senza quindi convocare i consulenti d’ufficio. A questo punto i giudici, dopo aver valutato l’istanza dei Fininvest e le repliche di Cir, o decideranno di sentire in aula i consulenti per chiarimenti e precisazioni o di rinviare all’udienza per le precisazioni delle conclusioni. La decisione sul risarcimento dovrebbe arrivare il prossimo anno.