ROMA – L’assemblea del Senato ha approvato con 133 voti a favore, 104 contrari e nessun astenuto il decreto legge sui trasporti che contiene, tra l’altro, disposizioni su Tirrena e Siremar e disposizioni in materia di tariffe postali, tra cui quelle agevolate per l’editoria. Il provvedimento, che scade il 5 ottobre prossimo, passa ora all’esame della Camera. Hanno votato a favore Pdl e Lega, contrari Pd, Idv, Udc-Svp-Autonomie.
L’emendamento proroga fino al 2012 la sospensione delle tariffe postali agevolate per l’editoria ma, al contempo, stabilisce che un decreto ministeriale, da adottare entro due settimane dalla conversione in legge del decreto, fisserà le tariffe massime, consentendo il recepimento dell’accordo raggiunto tra Fieg e Poste Italiane il 21 luglio scorso.
L’emendamento, a firma del senatore Pdl, Cosimo Latronico, stabilisce inoltre che dal primo settembre 2010 e fino al 31 dicembre 2012, per le spedizioni dei prodotti editoriali effettuate dalle imprese editrici di quotidiani, periodici e libri, non si applica la disposizione del decreto legge del 2003 sulle tariffe postali agevolate che prevede il rimborso da parte del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio a Poste italiane della somma corrispondente all’ammontare delle riduzioni complessivamente applicate.Il senatore Latronico quantifica in 100 milioni annui i soldi che rimarranno nel Fondo per l’editoria a discapito delle Poste.
L’8 settembre scorso, la Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, denunciando i ritardi e le inadempienze del Governo per l’editoria e il lavoro giornalistico, aveva sottolineato la gravità del fatto che, a distanza di un mese e mezzo dall’accordo “obbligato” su nuove tariffe postali raggiunto tra l’Amministrazione delle Poste e le organizzazioni degli editori, non è stato ancora stato reso operante in attesa del necessario decreto di recepimento dell’intesa.
E’ pesante, infatti, il danno causato dall’improvviso aumento delle tariffe per le spedizioni dei giornali, quasi triplicate tra il 30 marzo e il 1 aprile scorso, per effetto della cancellazione delle provvidenze statali di rimborso alle Poste, finalizzato all’abbattimento delle spese di distribuzione della stampa, già in vigore da anni e sulla cui base erano stati fissati i prezzi di vendita dei giornali e degli abbonamenti.