ROMA – Secondo i dati resi noti ieri dall’Istat, le retribuzioni di fatto sono cresciute nel secondo trimestre del 2010 del 3,4% sul corrispondente periodo del 2009, a fronte di un tasso di inflazione dell’ 1,5%.
Per il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori) “non ha alcun senso confrontare gli incrementi percentuali di inflazione e stipendi, visto che si applicano ad importi differenti”. Inoltre, quello che conta per le famiglie italiane è il costo della vita che è aumentato in valore assoluto molto di più del 3,4% degli stipendi.
Nel calcolo del costo della vita, effettuato dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, c’è anche l’inflazione acquisita per gli aumenti dei mesi precedenti e poi conta se ad aumentare sono i prezzi dei beni ad alta frequenza di acquisto o a bassa frequenza, come elettrodomestici ed automobili.
Nel calcolo del costo della vita, effettuato dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, c’è anche l’inflazione acquisita per gli aumenti dei mesi precedenti e poi conta se ad aumentare sono i prezzi dei beni ad alta frequenza di acquisto o a bassa frequenza, come elettrodomestici ed automobili.
Ad esempio, negli ultimi 7 anni, dal 2002 al 2009, ogni famiglia ha speso complessivamente circa 9.600 euro in più a causa degli aumenti dei prezzi al dettaglio, dei rincari tariffari, dei carburanti, della crescita di affitti e mutui, ecc.. Ma gli stipendi di una famiglia, nel frattempo, non sono certo aumentati di 9.600 euro, ossia di 1.370 euro all’anno.