La Corte Europea dei diritti umani dà ragione alla famiglia del giornalista: lo Stato non l'ha protetto

Omicidio Dink: Turchia condannata

Hrant Dink

ISTAMBUL (Turchia) – La Corte Europea per i diritti umani condanna la Turchia e dà ragione alla famiglia di Hrant Dink, il giornalista armeno ucciso a Istanbul il 19 gennaio 2007. Lo riporta il quotidiano Hurriyet.
Secondo la decisione del tribunale la Turchia dovrà pagare 105mila euro di indennità e 28.595 euro di spese processuali. Per ora è stata resa nota solo la sentenza, le motivazioni non sono ancora state esposte.
La famiglia del giornalista si era rivolta al tribunale europeo accusando lo Stato turco di non aver protetto a sufficienza il giornalista prima che venisse ucciso.
Stando ad un retroscena, riportato dallo stesso quotidiano Hurriyet, sembra che nella sua difesa la Turchia avesse fatto riferimento ad alcuni scritti di Dink da cui emergeva una personalità molto forte e commenti reazionari da parte del reporter, che al momento della sua uccisione dirigeva da 10 anni il settimanale in lingue turca e armena Agos.
Dink fu ucciso a pochi metri dalla redazione da Ugun Samast, un giovane di Trebisonda con tendenze ultranazionaliste, ma non si è mai scoperto chi fosse il vero mandante dell’assassinio. Pochi giorni dopo la sua uccisione alcuni quotidiani turchi fra cui Milliyet, pubblicarono alcune indiscrezioni secondo le quali la polizia di Istanbul era stata informata del fatto che il giornalista si trovasse sotto pericolo, ma non abbia fatto comunque nulla per proteggerlo.
Di recente il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, aveva detto che desiderava trovare “una soluzione amichevole” con la famiglia del reporter, ma la Corte Europea lo ha preceduto.

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