
Giovanni Floris
Elisabetta Malvagna (Ansa)
ROMA – In uno dei momenti politici più complessi della seconda Repubblica, Ballarò riparte domani su Raitre con un obiettivo ambizioso: “Aprire un confronto costruttivo per trovare le soluzioni possibili, rivolgendosi alla politica, che dovrebbe risolvere i problemi di chi va a votare alle elezioni”. A parlare è Giovanni Floris, che oggi insieme al direttore di Raitre, Paolo Ruffini, ha presentato la nona edizione del programma, che vuole essere “un luogo aperto di discussione”, “senza atteggiamenti retorici”.
Nella prima puntata si cercherà di rispondere a una domanda: c’é una maggioranza efficiente, in grado di governare? Esiste un’alternativa? “Abbiamo provato a invitare Fini e Berlusconi, speriamo di averli”, spiega Floris. Intanto, “molti hanno detto sì”. E così domani in studio ci saranno la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini, il leader di Sinistra e libertà, Nichi Vendola, Maurizio Lupi del PdL, il deputato finiano Fabio Granata, il direttore del Sole 24 Ore Gianni Riotta, il condirettore del Giornale Alessandro Sallusti e il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli. Torna, in apertura, Maurizio Crozza.
E così Ballarò riparte, dopo un doppio stop dell’azienda alla messa in onda. A raccontarlo è il direttore di Raitre, reintegrato prima dell’estate dopo aver vinto una causa con la Rai: “Il bello della democrazia è avere idee diverse e confrontarsi – dice Ruffini, in un incontro cui sono presenti anche i consiglieri Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten -. Avremmo voluto partire prima. Ma non è stato possibile. Ora andremo avanti senza censure, autocensure e falsi pudori”. “Raitre – aggiunge – aveva chiesto che Ballarò partisse in anticipo, il 7 settembre. Ma l’azienda ha preferito mantenere immutata la programmazione. Quel giorno Fini era ospite di Mentana al TgLa7. Noi, invece, siamo andati in onda con una replica del Circo”.
Ruffini e Floris ricordano che già ad agosto, quando è nato il gruppo di Futuro e Libertà, avevano chiesto di andare in onda con una puntata speciale. Ma la Rai, spiega il direttore di rete, “ha deciso che era meglio di no, che per informare bastavano gli spazi che le testate avevano concesso. Poi c’é stato il discorso di Mirabello. Abbiamo chiesto di partire una settimana in anticipo, ma l’azienda non ha voluto modificare il palinsesto”. Ballarò, sottolineano, “era pronto a fare uno speciale, come ad agosto, e solo con le forze interne. Anche Crozza era disposto ad interrompere le sue vacanze in montagna per esserci. La mancata messa in onda – precisano – non ha avuto ragioni produttive o contrattuali”. Infine, Floris annuncia: “Se avremo i soldi, produrremo una serie di spot sui valori della ’societa’ apertà come la tolleranza e il confronto. Se la cosa va in porto partiranno tra gennaio e febbraio. Bisogna pensare a fare la pubblicità dei valori, non dei prodotti”.