Si è spento a Roma, all'età di 66 anni, uno dei più grandi professionisti italiani

Pietro Calabrese, un signore del giornalismo

Pietro Calabrese

ROMA – Pietro Calabrese, uno dei più noti giornalisti italiani, è morto stamani, alle ore 5.15 nella Clinica Paideia di Roma. Un autentico signore del giornalismo, che riusciva a coniugare professionalità, umiltà, umanità ed umorismo. Aveva 66 anni e da tempo combatteva con un tumore ai polmoni, che lui stesso aveva pubblicamente rivelato di avere, nel novembre 2009, in un’intervista televisiva. Inoltre, sulla rubrica “Moleskine”, che teneva sul magazine del Corriere della Sera, “Sette”, periodicamente raccontava la sua malattia come fosse quella di “Gino”. Un’esperienza toccante, narrata anche in un libro che uscirà il 29 settembre prossimo.
Nato a Roma, l’8 maggio 1944, da genitori siciliani, laureato in giurisprudenza, Pietro Calabrese nel 1969 cominciò a lavorare come borsista alla Camera dei deputati, per poi diventare funzionario parlamentare. Chiusa la parentesi a Montecitorio per dedicarsi a tempo pieno alla professione giornalistica, vinse un concorso per tre assunzioni all’agenzia di stampa Ansa.
Giornalista professionista dal 1974, ha lavorato anche ad “Il Messaggero”, quotidiano che ha diretto dal 1996 al 1999. Successivamente, dopo una parentesi in Rai, ha diretto nel 2001 il mensile “Capital”, per poi passare a dirigere “La Gazzetta dello Sport”, per tre anni. Direttore del settimanale “Panorama”, nel 2004, tre anni dopo lasciò l’incarico entrando nel Comitato d’amministrazione della Fondazione Cinema che organizza il Festival di Roma. Incarico dal quale si dimise nell’aprile 2008.
Negli ultimi anni teneva rubriche, oltre che su “Sette”, sul settimanale “Novella 2000” e sul mensile “Prima Comunicazione”.
Pietro Calabrese lascia la moglie Barbara Pesce e la figlia Costanza Calabrese, giornalista del Tg 5. I funerali si svolgeranno martedì prossimo a Roma.

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