La Giunta Esecutiva Fnsi chiede misure urgenti per tariffe postali e lavoro autonomo

Editoria: il Governo è inadempiente

ROMA – La Giunta Esecutiva della Federazione Nazionale della Stampa Italiana  denuncia  i ritardi e le inadempienze del Governo per l’editoria e il lavoro giornalistico. E’ grave che, a distanza di un mese e mezzo dall’accordo “obbligato” su nuove tariffe postali raggiunto tra l’Amministrazione delle Poste e le organizzazioni degli editori, esso non sia ancora stato reso operante in attesa del necessario decreto di recepimento dell’intesa.
Più il tempo passa, più il danno causato dall’improvviso aumento delle tariffe per le spedizioni dei giornali, quasi triplicate tra il 30 marzo e il 1 aprile scorso, per effetto della cancellazione delle provvidenze statali di rimborso alle Poste finalizzato all’abbattimento delle spese di distribuzione della stampa, già in vigore da anni e sulla cui base erano stati fissati i prezzi di vendita dei giornali e degli abbonamenti.
La Giunta della Fnsi rivolge un forte appello al Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, alla cui attenzione e firma finale è sottoposto in questi giorni  il decreto, affinché sia immediatamente emanato. Peraltro, si tratta del male minore per attenuare i danni, considerato che le Poste hanno accettato di negoziare una tariffa comunque a costo più elevato di quella precedente, sia pure ridotta rispetto agli incrementi automatici scattati il primo aprile scorso.
Molte testate soprattutto periodiche hanno già dovuto sospendere o ridurre le pubblicazioni, con ripercussioni sulla stabilità dell’occupazione, non solo giornalistica. Il problema tariffe postali resta del tutto in piedi anche per il settore no profit, per il quale il Parlamento ha destinato uno stanziamento di trenta milioni di euro, che continua però a mancare all’appello, senza alcuna giustificazione.
I problemi delle tariffe postali sono, però, solo uno degli aspetti delle inadempienze del Governo che sta contribuendo direttamente alla crisi dell’industria editoriale del lavoro nel settore, con i tagli generalizzati dei fondi dell’editoria, senza prima una riforma concertata per nuovi criteri oggettivi e realmente finalizzati al sostegno del bene pubblico informazione del suo pluralismo e dell’occupazione regolare. In questo ambito, si pone urgentissima l’esigenza di una normativa di indirizzo per le garanzie sociali e retributive delle prestazioni da lavoro giornalistico autonomo, sempre più individuabile come una forma di inaccettabile precarietà e luogo di tante ingiustizie.
Gli annunci non bastano più e, con i drastici tagli in corso senza visione prospettica di uno scenario futuro sostenibile, anche la bozza di nuovo regolamento per l’erogazione dei contributi residui, non ha alcun senso.

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