Il Codacons denuncia Rai, Mediaset e La7 per informazione carente e dannosa

“Superenalotto, i TG ci ingannano”

Il Codacons segnala, ancora una volta, come la folle corsa del jackpot del Superenalotto, in quest’estate di crisi economica, sia particolarmente pericolosa per le famiglie italiane.
Dopo aver chiesto al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, di intervenire e bloccare il montepremi, senza essere stato ascoltato, il Codacons ha denunciato all’Autorità delle Telecomunicazioni il comportamento delle redazioni giornalistiche Rai, Mediaset e La7 che non fanno altro che ripetere l’ammontare del montepremi e raccontare storie di chi “ce l’ha fatta”, senza ricordare le scarsissime possibilità statistiche di azzeccare la sestina e soprattutto senza spiegare le insidie del gioco, come segnalato dalle pagine del quotidiano “Avvenire”.
Inoltre, il Codacons segnala, che a causa della febbre del gioco, che ormai sembra aver contagiato tutto lo stivale, inaspettatamente anche alcuni sociologici sembrano dare i numeri sottovalutando i rischi compulsivi del gioco. Il dott. Sforza, infatti, ha dichiarato che il pericoloso aumento delle giocate e dei giocatori (che ammonta al 25%) non sarebbe preoccupante dato il basso costo di molte schedine del Superenalotto (giocata minima 1 euro).
Al riguardo, la dott. Florinda Maione, responsabile della S.I.I.Pa.C (Società Italiana Intervento Patologie Compulsive), ha dichiarato: “Per evitare, allora, che il sogno di vincita possa degenerare in ossessione, l’attenzione deve rimanere alta soprattutto sui cosiddetti giocatori occasionali che dovrebbero essere correttamente informati dai vari mezzi di comunicazione sulle reali probabilità di vittoria (una su sessantatre milioni) e messi nella condizione di operare una scelta di gioco e di aspettativa di vincita consapevole. A fronte di piccole scommesse, la possibilità di grandi o, comunque, possibili vincite è da sempre allettante; se aggiungiamo strategie comunicative di marketing, come quelle a cui stiamo assistendo in questi giorni, studiate per far leva solo sul premio finale, diminuisce notevolmente la possibilità che il consumatore rinunci a ripetere la scommessa! Diversamente un giocatore ben informato sulle reali possibilità di vittoria e di sconfitta è meno disposto a rischiare somme di denaro: la piena consapevolezza di quello che si sta facendo è il miglior antidoto contro ogni forma di eccesso”.
L’avv. Carlo Rienzi, presidente  del Codacons, ha, invece, commentato: “I mezzi d’informazione devono farsi carico della responsabilità di fornire al pubblico le giuste informazioni su un tema così delicato. Stiamo studiando – ha detto ancora Rienzi – possibili class action in difesa di chi è ormai affetto da gioco compulsivo. Ci auguriamo che il ministro Tremonti, che non è ancora intervenuto, ascolti almeno la Chiesa”.

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