L'Istituto internazionale della stampa (Ipi) ha proclamato il giornalista iraniano Akbar Ganji

59° eroe della libertà di stampa

Akbar Ganji

VIENNA (Austria) – Il maggiore giornalista investigativo iraniano, Akbar Ganji è stato nominato 59° “eroe della libertà di stampa nel mondo” dall’Istituto internazionale della stampa (Ipi).
“Il suo coraggio contro le intimidazioni e la sua lotta nel diffondere la verità e la giustizia dovranno servire a tutti noi come fonte d’ispirazione’”, ha affermato la direttrice dell’istituto, Alison Bethel McKenzie. “La sua lotta – ha aggiunto – è particolarmente rilevante oggi, alla luce della continua persecuzione dei prigionieri politici in Iran”. Akbar Ganji, 50 anni, ha trascorso sei anni nella prigione di Evin per aver denunciato la repressione del regime. Liberato nel 2006, il giornalista ha lasciato l’Iran portando la sua testimonianza all’estero.
Nato a Qazvinil 31 gennaio 1960, Akbar Ganji è stato imprigionato a Teheran dal 22 aprile 2000 al 18 marzo 2006 per le sue idee democratiche. Ganji, laureato i sociologia, è stato un entusiasta sostenitore della rivoluzione islamica ma poi ha cominciato ad esprimere opinioni non gradite al governo ed è stato arrestato una prima volta nel ‘97. Nell’aprile 2001 è stato condannato e rimesso in carcere per aver accusato alti esponenti del regime iraniano di essere coinvolti nell’omicidio di alcuni intellettuali.
Nel 2010 ha vinto il “Milton Friedman Prize”, assegnato dal Cato Institute “per avere dato un contributo significativo all’avanzamento verso la libertà”.
La città di Firenze gli ha conferito la cittadinanza onoraria decisa dal consiglio comunale di Firenze il 21 novembre del 2005, mentre il dissidente era in carcere. Nel marzo scorso, proprio alla vigilia della insperata decisione del governo iraniano di rimetterlo in libertà, il sindaco scrisse a Ganji per comunicargli la formalizzazione dell’atto del consiglio e l’auspicio che la cerimonia si potesse tenere entro l’estate. La liberazione di Ganji è arrivata dopo che in tutto il mondo era stata attiva una grande mobilitazione a suo sostegno, che ha fra l’altro coinvolto 14 premi Nobel e il segretario dell’Onu, Kofi Annan. In Italia l’associazione “Articolo 21” aveva promosso una raccolta di firme per la liberazione del dissidente, raccogliendo le adesioni di parlamentari di tutti i gruppi politici. (Fonti: Asca-Afp, GC)

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