Scontro nella maggioranza di Governo mentre la Fnsi ribadisce il no al provvedimento

Ddl Alfano, lavori rinviati a settembre

Giulia Bongiorno

ROMA – E’ quasi certo: slitta a settembre l’esame del ddl Alfano alla Camera dei deputati. I lavori della II Commissione giustizia della Camera, previsti per le ore 10 di stamani, sono stati infatti rinviati per la situazione d’empasse creatasi in seguito alla presa di posizione dei finiani che ha spaccato il Pdl. Situazione appesantita dalle raccomandazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non aveva esitato a parlare di “criticità” del provvedimento.

Da ricordare che, alle oltre circa 600 proposte di modifica presentate dall’opposizione, Giulia Bongiorno ha presentato un emendamento che cancella la responsabilità giuridica dell’editore se le intercettazioni pubblicate non riguardano la vita privata degli intercettati. La proposta, se accettata dall’esecutivo, permetterebbe in seconda battuta al presidente del Consiglio di compiere quel passo in più – cancellazione delle sanzioni penali anche per i giornalisti, se ad essere “pubblicati sono solo testi strettamente attinenti alle indagini” – capace di chiudere la partita senza danni con il Quirinale, con i finiani, con l’Udc e con una parte del Pd.Tutto questo mentre il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, continua a dirsi convinto che “il disegno di legge sarà presto approvato dal Parlamento per tutelare il diritto alla privacy dei cittadini”.

La linea della Federazione Nazionale della Stampa, come ha ricordato il segretario generale Franco Siddi, comunque, non cambia: “la legge sulle intercettazioni rimane estremamente problematica, illogica e sbagliata; nonostante tutti i tentativi di renderla <<potabile>>. Una legge che non assicuri la trasparenza dell’attività giudiziaria ed il diritto all’informazione, corretta, senza altri aggettivi, resta una legge non buona”.

Ferma la posizione Fnsi: dalla disobbedienza civile, alla denuncia, al ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo e alla lotta degli abusi e delle prepotenze”.

Il segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta esecutiva Fnsi, nei giorni scorsi ha, infatti, dichiarato  che “se il provvedimento diventerà legge sancirà la condanna a morte del diritto di cronaca e, più in generale, della libera informazione”. “Sarebbe – ha detto Parisi – un pericoloso passo indietro che ci riporta alle epoche buie, cancellando anni di vere rivoluzioni, conquiste sociali e civili. Un fatto ancor più grave per regioni come la Calabria, ma anche la Sicilia, la Puglia, la Campania, dove i cittadini ed i giornalisti hanno impiegato decenni per affrancarsi da logiche criminose, improntate all’omertà. Ovvero al silenzio”.

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