Reggio porta del Mediterraneo

di Stefania Mafrica

Prof. Carlo Morabito

Il cablaggio dell’area dello stretto,conosciuto anche come “Ponte digitale dello stretto” è un progetto nato in accordo con aziende e istituzioni. Il cablaggio è un impianto che rende possibile la trasmissione di dati. Per la realizzazione sono stati usati cavi in fibra ottica,strutture wireless e non wired.Questo scambio di dati che coprirebbe vaste zone,da Tropea a Locri,da Reggio (compreso l’Aspromonte) a Messina (con le isole Eolie),sarebbe funzionale per rendere disponibili più servizi ai cittadini : info-mobilità,servizi a portata di cellulare,informazioni di tipo turistico,dati utili anche ai pendolari.
Il progetto è partito nel 2004-2005 grazie anche all’approvazione degli allora sindaci di Reggio e Messina,in accordo per innovare l’area dello stretto , con il finanziamento ricevuto dal consiglio dei ministri . Il progetto si è attualmente concluso solo per una sezione. Si è collaborato,per la rete di cablaggio,con aziende a livello internazionale (O-bay ed E-learning). La copertura sarebbe stata progettata,di fatto, su zone montane,ma anche per via aerea (wireless, con antenne che irradiano un campo). Per la trasmissione di informazioni il progetto necessita una banda a larga frequenza,ma quella che si voleva utilizzare, la Wi-max del ministero della difesa,non è più accessibile. C’è stata, inoltre , un’ulteriore successione di problemi che ha portato un rallentamento all’interno del progetto stesso. A livello infrastrutturale i cavi sono stati danneggiati da topi e le operazioni con i fili a fibra ottica sarebbero state troppo invasive.
Da non dimenticare è il problema economico ,che è tutt’ora molto rilevante. Il professore Carlo Morabito è stato uno dei primi partecipanti a questo progetto “futuristico” di cablaggio. Docente presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria è stato per due legislature preside di facoltà. Attualmente insegna elettronica a circuito al primo livello e algoritmo al secondo livello,si occupa anche di circuiti non lineari e reti complesse (modelli per sistemi network,cervello umano,twitter,interazioni sociali).
Prof. Morabito, in che consiste il ponte telematico dello Stretto?
“Il progetto è partito dall’idea di cambiare in meglio il sistema informativo della Calabria e della Sicilia. L’idea iniziale comprendeva il suo compimento in un lasso di tempo circoscritto nei tre anni a seguire. Uno scopo era anche intervenire tra due regioni differenti e creare un ponte virtuale. Successivamente c’è stato un ridimensionamento del progetto,causato dalla mancanza di fondi. L’iniziativa ha ,però, avvicinato l’università e gli studenti ad aziende internazionali come O-bay e M-work”.
Che cosa resta della grande idea iniziale, è stato abbandonato tutto?
“Non mi occupo più di questo progetto da un paio di anni ormai,ma so che sta procedendo lentamente a causa, anche ,di permessi che vengono rilasciati con ritardo. Di questo tutt’oggi si è conclusa solo una sezione. Reggio è un buon punto di partenza per iniziative di questo genere che aiutino i ragazzi,durante lo studio,ad avvicinarsi al mondo lavorativo. L’università di Reggio ,per esempio, sta collaborando con Lecce per un sistema di nanotecnologie. Collegare la città con altri ‘punti’ in tutta Italia e nel mondo potrebbe essere un traguardo fondamentale per la sua crescita”.
Quali sono le reali possibilità di sviluppo per la città e più in generale per la Calabria?
“E’ necessario avere la volontà di attuare cambiamenti. I giovani dovrebbero unirsi contro i problemi causati dall’illegalità e rimanere nella loro terra,in Calabria, perché una volta che si va,non si torna più -Continua il Professore – Non sono convinto che la Reggio che vediamo oggi sia un destino: se le cose si vogliono fare,si fanno. Siamo in un mondo in evoluzione dove si attraversano trasformazioni continue. Una regione come la nostra potrebbe sicuramente seguire un percorso migliore, ragionando in un’ottica di rete che inglobi in Reggio anche un miglior funzionamento dell’ aeroporto,snodo di ‘scambi ’ internazionali. Reggio Calabria ha mille e più condizioni favorevoli da poter sfruttare,tutti dovremmo solo impegnarci di più”.
Ci congediamo da lui con una certezza in più: anche a Reggio si possono pensare e fare cose importanti. Per realizzarle però conta ancora tanto la volontà politica di volerle portare a termine.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *