“Per aver affermato il valore della legalità e della libera informazione” in terra di mafia

Michele Albanese Cavaliere della Repubblica

Michele Albanese alla XXIII Giornata mondiale della libertà di stampa il 3 maggio a Reggio Calabria (Foto Giornalisti Italia)

ROMA – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Cavaliere al Merito della Repubblica il giornalista calabrese Michele Albanese “Per aver affermato il valore della legalità e della libera informazione in un contesto con forte presenza criminale”.
Nato a Cinquefrondi, in provincia di Reggio Calabria, il 27 dicembre 1960, è stato giornalista pubblicista dall’8 maggio 1999 ed è giornalista professionista dal 14 dicembre 2010. Redattore del Quotidiano del Sud e collaboratore dell’agenzia Ansa, è consigliere nazionale Fnsi della Calabria. Costretto da tempo a vivere sotto scorta a causa delle minacce subite dalla mafia calabrese per via del suo lavoro, nell’aprile scorso, su proposta della Segreteria Fnsi, è stato nominato all’unanimità dalla Giunta Esecutiva delegato per i progetti di educazione alla legalità e per tutte le opportune iniziative politiche, sindacali e legislative che la Federazione Nazionale della Stampa Italiana riterrà necessarie per rafforzare l’azione del sindacato dei giornalisti non solo a tutela delle croniste e dei cronisti minacciati, ma anche a tutela del diritto dei cittadini ad essere correttamente informati in merito alle vicende di pubblico interesse e di rilevanza sociale per le quali tanti, troppi colleghi e colleghe sono già finiti nel mirino della malavita e del malaffare.
Michele Albanese è costretto a vivere sotto scorta dal 2014 per aver indagato e raccontato le realtà criminali di una delle zone a più alta densità mafiosa d’Italia, la Piana di Gioia Tauro: dal potere delle cosche al ruolo della ’ndrangheta nelle attività del porto. Oltre ad Albanese, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha conferito altre 39 nuove Onorificenze al merito della Repubblica italiana (Omri), a uomini e donne che si sono distinti per atti di eroismo, per il loro impegno nella solidarietà e nell’integrazione, in azioni di soccorso, per la loro attività in favore dell’inclusione sociale, la promozione della cultura, della legalità e del contrasto alla violenza.
Cavalieri, ufficiali o commendatori, a secondo dei casi, che il Capo dello Stato ha scelto “motu proprio”, fuori cioè da quelle che sono le tradizionali assegnazioni previste, come per esempio quelle dei cavalieri del lavoro, proprio a sottolineare la straordinarietà dell’evento. Nell’ottobre del 2015 il presidente scelse 18 casi meritevoli. Quest’anno sono più del doppio. (giornalistitalia.it)

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