700mila euro di contributi pubblici, ma neppure un centesimo ai redattori calabresi. Carlo Parisi (Fnsi): “Una vergogna”

Il Garantista che non garantisce i giornalisti

Andrea Cuzzocrea e Piero Sansonetti

COSENZA – “Dal danno alla beffa. Il quotidiano Cronache del Garantista beneficia di 700mila euro di contributi pubblici erogati dal Fondo per l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma neppure un centesimo andrà nelle tasche dei giornalisti calabresi, ovvero di coloro i quali, tra lacrime e sangue, hanno garantito l’uscitadel giornale venduto pressoché esclusivamente in Calabria. Un epilogo grave, vergognoso e assurdo che non può e non deve passare sotto silenzio”. Il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, esprimendo pieno sostegno e solidarietà ai giornalisti ed al Comitato di redazione, incontrato giovedì scorso a Roma, commenta così l’ultima, paradossale, vicenda di un giornale per il quale, purtroppo, ancor prima del debutto, il Sindacato dei giornalisti è stato facile profeta esprimendo “serie riserve in materia di sostenibilità dell’impresa”.
In edicola dal 18 giugno 2014, il Garantista in 18 mesi di vita è riuscito a garantire gli stipendi appena 6 volte, pertanto i giornalisti vantano addirittura 12 mensilità e 2 tredicesime. Senza parlare dei collaboratori, ai quali sono andati solo irrisori acconti. “Un disastro – afferma il segretario del Sindacato –per il quale a poco è valso il contratto di solidarietà difensiva sottoscritto, il 13 febbraio scorso, per scongiurare il licenziamento collettivo dei 23 lavoratori dichiarati in esubero su un organico di 57”.
Dopo l’abbandono del presidente della Cooperativa, Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio Calabria, nel luglio scorso è stata, infatti, chiusa la redazione romana del quotidiano diretto da Piero Sansonetti puntando esclusivamente sul mercato calabrese per tentare di fronteggiare la grave crisi che investe il giornale. Crisi nera che ha spinto la “Giornalisti Indipendenti Società Cooperativa a.r.l.” a mettere in ferie forzate, dal settembre scorso, la redazione romana e valutare il ricorso alla cassa integrazione. Crisi che ha costretto l’Assemblea dei giornalisti ad affidare al Comitato di redazione un pacchetto di dieci giorni di sciopero, puntualmente revocati ad ogni pagamento seguito alla proclamazione delle giornate di protesta, fatta eccezione del primo degli ultimi due giorni, effettuato il 4 dicembre scorso e seguito dal pagamento di una mezza mensilità.
Ad animare di volontà e coraggio i giornalisti il miraggio di un Natale sereno in virtù della cessione del credito del contributo pubblico fatto nei loro confronti per garantire il pagamento delle mensilità di novembre, dicembre, tredicesima 2014 e gennaio 2015. Un miraggio, appunto, che neppure il freddo natalizio è riuscito a tenere in piedi. Oggi, infatti, è arrivata la doccia fredda. La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha, infatti, comunicato che a spartirsi i 700mila euro di contributi saranno solo il centro stampa di Umberto De Rose (500mila euro) e i giornalisti del defunto dorso nazionale (100mila euro).
Nell’edizione del Garantista di domani, mercoledì 23 dicembre, l’Assemblea dei giornalisti pubblicherà in prima pagina un comunicato per spiegare il motivo per il quale il giornale uscirà in edizione ridotta. “Neanche un euro ai giornalisti calabresi che, dalla nascita del giornale, hanno lavorato – sottolineano i redattori – per assicurare la regolare uscita del quotidiano in Calabria”.
“Alla base dello sconvolgente esito di una vicenda che – ricordano i giornalisti – si trascina da un anno, «difetti di notifica» dei quali avrebbe dovuto farsi carico la precedente amministrazione guidata da Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio. Solo per rispetto dei lettori, siamo in edicola. Ma ci riserviamo la possibilità di incrociare le braccia sino a quando non verrà fatta piena chiarezza su quanto accaduto e, soprattutto, sino a quando i giornalisti calabresi non verranno saldati delle loro spettanze di mesi e mesi di lavoro non ancora retribuito. Nel frattempo, stiamo verificando alcuni passaggi tecnici, scandagliando ogni documento, perché i lettori – e non solo loro – vengano pienamente resi edotti sul grave danno che stiamo subendo”.
Ma cosa sarebbero questi cosiddetti “difetti di notifica”? “Semplice”, spiegano i giornalisti: “La cessione del credito sarebbe stata comunicata alla Presidenza del Consiglio tramite Pec e non tramite ufficiale giudiziario, così come sottoscritto nell’atto notarile dall’allora presidente della Cooperativa, rendendo nullo l’atto di cessione”.
“Errore, svista, superficialità o altro – conclude Carlo Parisi – sarà certamente la Giustizia a dirlo, considerato che i giornalisti hanno giustamente annunciato che adiranno le vie legali. Quel che è certo è che il Garantista è riuscito a garantire, con denaro pubblico, solo soci e stampatore lasciando, invece, a bocca asciutta coloro i quali continuano a tirare la carretta. «Impresa folle e temeraria», aveva garantito Sansonetti al debutto del giornale. E purtroppo aveva ragione”. (giornalistitalia.it)

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