Il segretario generale della Fnsi invita il Governo ad essere coerente e gli editori a raccogliere la sfida sul nuovo contratto

Siddi: “Ammortizzatori sociali: l’Inpgi non è un bancomat”

Franco Siddi

MILANO – “Il nuovo contratto di lavoro per i giornalisti appare un traguardo difficile da raggiungere, ma è a portata di mano se gli editori vorranno raccogliere la sfida che è chiesto di assumersi alle parti sociali. Il contratto si fa se si realizza un accordo sul lavoro autonomo e sull’equo compenso. Anche in un tempo di crisi pesante come quella che viviamo il contratto resta un strumento regolatore di sistema indispensabile”. Lo ha affermato il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, in un incontro al Circolo della Stampa di Milano.
“Il sindacato – ha detto Siddi – ha fatto la sua parte in termini di solidarietà di categoria e della socialità per gli equilibri del sistema. Ora tocca agli editori saper raccogliere questa disponibilità. Tocca anche al Governo essere coerente per la parte che gli compete perchè l’intervento pubblico non consenta più operazioni di basso profilo, nè scorribande di qualche editore che immagina di trovare un bancomat a propria disposizione”.
“Bisogna fronteggiare in termini equi le emergenze della crisi – ha sottolineato il segretario generale della Fnsi – e avviare, anche con gli strumenti della Legge di Stabilità e le disponibilità di innovazione contrattuale della Fnsi, nuovi processi di sviluppo e di inclusione professionale dignitosa per la stabilizzazione del lavoro dei giornalisti, la riduzione della precarietà e l’inserimento in un quadro di dignità sociale ed economica del lavoro autonomo”.
“Con questo spirito – ha detto ancora Franco Siddi – lunedì la Federazione della Stampa si presenterà al nuovo appuntamento negoziale con la Fieg guardando in avanti senza egoismi e chiedendo lo stesso atteggiamento alla Fieg”.
Il segretario generale della Fnsi ha, inoltre, detto “no a licenziamenti e a prove muscolari da parte di alcuni editori, per esempio all’agenzia Adnkronos, dove sono stati annunciati 23 esuberi o nelle tv private locali”.
“È inaccettabile – ha ammonito Siddi – l’apertura della procedura di licenziamento collettivo con legge 223. Di fronte a una categoria che nel suo complesso – Federazione della Stampa, Inpgi, Casagit, Fondo di previdenza complementare – fa la sua parte proprio per incoraggiare le imprese a mantenere la presenza qualitativa e professionale anche con interventi di solidarietà sociale importanti pagati dai giornalisti, editori che procedono in questa direzione mostrano di guardare solo un angolo. Quello dei propri ricavi e dei conti di oggi. Significa fare un danno all’informazione e al lavoro e perdere di vista i conti di domani”.  (Ansa)

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