All’udienza generale di oggi appello a tenere alto il livello etico evitando disinformazione, diffamazione e calunnia

Papa Francesco alla Rai: “Servite sempre la verità”

Papa Francesco

CITTA’ DEL VATICANO –  “La qualità etica della comunicazione è frutto, in ultima analisi, di coscienze attente, non superficiali, sempre rispettose delle persone, sia di quelle che sono oggetto di informazione, sia dei destinatari del messaggio. Ciascuno, nel proprio ruolo e con la propria responsabilità, è chiamato a vigilare per tenere alto il livello etico della comunicazione, ed evitare quelle cose che fanno tanto male: la disinformazione, la diffamazione e la calunnia. Mantenere il livello etico”. Con queste parole, Papa Francesco ha ricevuto oggi in udienza, nell’Aula Paolo VI della Città del Vaticano, i dirigenti e il personale della Rai, guidati dalla presidente Anna Maria Tarantola, in occasione del 90° anniversario dell’inizio delle trasmissioni radiofoniche e del 60° di quelle televisive.
“La parola-chiave che vorrei mettere subito in evidenza – ha detto il Papa – è collaborazione. Sia sul versante della radio, sia su quello della televisione, il popolo italiano ha sempre potuto accedere alle parole e, successivamente, alle immagini del Papa e degli eventi della Chiesa, in Italia, mediante il servizio pubblico della Rai. Questa collaborazione si realizza con i due enti vaticani: la Radio Vaticana e il Centro Televisivo Vaticano”.
“In questo modo – ha aggiunto Papa Francesco – la Rai ha offerto e offre tuttora agli utenti del suo servizio pubblico la possibilità di seguire sia gli eventi straordinari sia quelli ordinari. Pensiamo al Concilio Vaticano II, alle elezioni dei Pontefici, o ai funerali del beato Giovanni Paolo II; ma pensiamo anche ai tanti avvenimenti del Giubileo del 2000, alle diverse celebrazioni, come pure alle visite pastorali del Papa in Italia.
Gli anni Cinquanta e Sessanta sono stati un’epoca di grande sviluppo e crescita per la Rai. E’ bene ricordare alcuni passi: in quei decenni la Rai copre con le sue trasmissioni tutto il Paese; inoltre, l’azienda di Stato si impegna per la formazione dei propri dirigenti anche all’estero; infine, aumenta le produzioni, tra le quali anche quelle a carattere religioso: ricordiamo, ad esempio, i film Francesco di Liliana Cavani, nel 1966, e Atti degli Apostoli di Roberto Rossellini, nel 1969, quest’ultimo con la collaborazione del Padre Carlo Maria Martini”.
“La Rai dunque – ha detto ancora Papa Francesco –, anche con molte altre iniziative, è stata testimone dei processi di cambiamento della società italiana nelle sue rapide trasformazioni, e ha contribuito in maniera speciale al processo di unificazione linguistico-culturale dell’Italia.
Dunque, ringraziamo il Signore per tutto questo e portiamo avanti lo stile della collaborazione. Ma il fare memoria di un passato ricco di conquiste ci chiama a un rinnovato senso di responsabilità per l’oggi e per il domani. Il passato è la radice, la storia diventa radice di nuovi slanci, radice delle sfide presenti, e radici di un futuro, di un andare avanti! Che il futuro non ci trovi senza la responsabilità della nostra identità. Che ci trovi con la radice della nostra storia e andando sempre avanti”.
Al personale della Rai presente ed a coloro che, per diversi motivi, non hanno potuto prendere parte all’incontro, Papa Bergoglio ha ricordato: “la vostra professione, oltre che informativa, è formativa, è un servizio pubblico, cioè un servizio al bene comune. Un servizio alla verità, un servizio alla bontà e un servizio alla bellezza. Tutte le professionalità che fanno parte della Rai, dirigenti, giornalisti, artisti, impiegati, tecnici e maestranze sanno di appartenere ad un’azienda che produce cultura ed educazione, che offre informazione e spettacolo, raggiungendo in ogni momento della giornata una gran parte di italiani. È una responsabilità a cui chi è titolare del servizio pubblico non può per nessun motivo abdicare”.
Papa Francesco ha quindi ringraziato tutti augurando di “lavorare bene e di mettere fiducia e speranza nel vostro lavoro, per poterla anche trasmettere: ce n’è tanto bisogno!”.

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