Il Comitato di Redazione motiva i 10 giorni di sciopero. L’amministratore delegato difende il Piano di interventi

Gazzetta di Parma: botta e risposta tra giornalisti e azienda

La sede della Gazzetta di Parma

Matteo Montan

PARMA – 
La Gazzetta di Parma ha presentato un piano di ristrutturazione che prevede nove esuberi su 41 giornalisti e una serie di misure, tra cui la chiusura della redazione di Fidenza, che rischiano di impoverire notevolmente il giornale.
 E’ una scelta gravissima e senza precedenti decisa dall’azienda e avallata dal direttore.
Certamente il momento dell’editoria è molto difficile. E la Gazzetta ovviamente ne risente. Ma meno di altri giornali: aumentano quote di mercato e numero dei lettori, calano le copie, ma molto meno rispetto ad altri quotidiani. Perché allora ricorrere a tagli così drastici?
Per far pagare alla redazione anni di scelte sbagliate compiute dagli amministratori del gruppo Gazzetta di Parma: una sede faraonica e assolutamente inutile, un centro stampa costoso e non adeguato ai tempi, una grafica inappropriata per un giornale locale, dirigenti assunti con elevatissimi compensi e poi allontanati con sontuose buonuscite.
Tutte scelte che la redazione ha sempre contestato evidenziandone l’inutilità e i costi enormi che avrebbero gravato per anni sui bilanci. Ma l’azienda non ha mai preso in considerazione le obiezioni dei giornalisti. Di contro, nell’ultimo anno e mezzo, la Gazzetta ha perso tre giornalisti senza che siano stati sostituiti.
La redazione è da sempre disponibile ad affrontare le nuove sfide della multimedialità e della riorganizzazione del lavoro per un vero rilancio del giornale e di tutto il gruppo editoriale. Lo dimostra il fatto che quest’estate tutti i giornalisti hanno concorso su invito dell’azienda, con entusiasmo, a formare gruppi di lavoro e a stilare una serie di proposte e di suggerimenti per migliorare la qualità della Gazzetta. Un progetto corposo e circostanziato, ma purtroppo destinato a rimanere lettera morta.
Ora quella stessa redazione non può accettare un piano che è una spada di Damocle sul futuro della Gazzetta: il miglioramento dell’informazione non passa certamente attraverso la riduzione del numero dei giornalisti e la chiusura di redazioni locali.
Di fronte a questa situazione, i giornalisti hanno chiesto all’azienda e al direttore di ritirare il piano. Avendo incassato un secco rifiuto, l’assemblea dei giornalisti ha affidato al comitato di redazione dieci giorni di sciopero da poter eventualmente utilizzare e ha chiesto di procedere se necessario alla verifica della fiducia al direttore Giuliano Molossi.

Il Comitato di Redazione della “Gazzetta di Parma”

PARMA – Il “Piano di interventi per il superamento dello stato di crisi e rilancio della Gazzetta di Parma” approvato all’unanimità dal Consiglio di amministrazione e presentato al Comitato di Redazione della Gazzetta di Parma, è formato da una serie articolata di misure ritenute indispensabili per superare il momento di grande difficoltà che la nostra Azienda – in misura del tutto analoga rispetto a qualsiasi altro giornale – si trova ad affrontare in questo momento di epocale trasformazione del settore editoriale.
Le misure contenute nel Piano intendono in primo luogo proteggere e rilanciare il business tradizionale legato alla edizione cartacea del giornale, ma anche rafforzare il business digitale e creare nuove linee di ricavo, investendo in tutte e tre queste direzioni.
Al tempo stesso, l’Azienda considera non più rimandabile un profondo ripensamento dell’organizzazione del giornale e della sua struttura di costo, che devono essere rimodellate su un volume di ricavi purtroppo molto inferiore rispetto a quello degli anni passati. Per questa ragione, il Piano presentato prevede di rivedere tutte le voci di costo dell’azienda, nessuna esclusa.
Come indicato nel Piano, è importante sottolineare che nell’attuare in particolare la riorganizzazione del lavoro redazionale, l’Azienda non intende incidere in maniera traumatica sull’organico, ma ricorrere a tutti gli strumenti disponibili al fine di preservare l’occupazione, minimizzare l’impatto sulle retribuzioni e proteggere la qualità del giornale.
L’Azienda ritiene infatti che il modello di organizzazione del lavoro contenuto nel Piano permetterà di aumentare il valore delle nostre testate nel futuro, anche confezionando le pagine di Fidenza e Salso nella sede di Parma, o contando su un numero di redattori contemporaneamente al lavoro inferiore rispetto al passato.
Concentrando i nostri sforzi su ciò che continuerà a rendere la Gazzetta indispensabile per la comunità (la completezza e la qualità dell’informazione soprattutto locale), riadattando gli assetti e i processi della redazione rispetto ai nuovi scenari della multimedialità, lavorando tutti ad un giornale nuovo e diverso sia sulla carta che sul web, l’Azienda è certa che si potranno continuare ad offrire ai nostri lettori testate di grande qualità, ad esempio dando attuazione alle Linee Guida del giornale che la stessa Redazione ha concorso in modo fondamentale a definire e che non resteranno certo lettera morta.
Per il futuro della Gazzetta, l’Azienda conferma quindi che la strada è quella indicata dal Piano presentato, sul quale ci si augura quanto prima un confronto produttivo e sereno.
Matteo Montan
amministratore delegato 
Gazzetta di Parma

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