Prosegue il viaggio a piedi sulla via Francigena del giornalista e del dirigente industriale: “Per ora 680 Km alle spalle e 350 davanti”

Del Boca e Moia pellegrini tra “i contadini di oggi e i soldati di ieri”

Gli infaticabili Lorenzo Del Boca e Angelo Moia

NORD – PAS DE CALAIS (Francia) – “I contadini di oggi e i soldati di ieri”. Se le tappe della lunga marcia che Lorenzo Del Boca e il suo compagno di viaggio Angelo Moia stanno compiendo, da oltre venti giorni, sulla via Francigena avessero un titolo, di sicuro quello degli ultimi giorni sarebbe proprio “I contadini di oggi e i soldati di ieri”.
Nulla di più appropriato, leggendo il “diario di bordo” – in realtà l’unico mezzo di trasporto del giornalista e del dirigente industriale, da che sono partiti da Canterbury, sono le loro gambe – di Del Boca: “Pas de Calais, la Piccardia e lo Champagne sono un’immensa distesa agricola. Campi coltivati a perdita d’occhio e vigneti pregiati che si inseguono per i crinali delle colline. All’inizio del pellegrinaggio – racconta il tre volte presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, oggi nel cda del Salone del Libro di Torino –  il grano era ancora verde. Passo a passo, l’abbiamo visto prendere colore”.
Un resoconto che si fa lirico: “Sotto i nostri occhi il grano è maturato, abbiamo assistito al raccolto e, alla fine, abbiamo trovato i campi popolati di balle di paglia, che rappresentano l’ultimo sottoprodotto del grano. A intervallare le coltivazioni, i cimiteri della prima guerra mondiale, testimoni di un passato e di una tragedia”.
Ecco che al cronista si sovrappone lo storico: “Giusto 100 anni fa, qui, lungo la Somme e attorno alla Marne, – rammenta Del Boca – gli eserciti dell’Alleanza e dell’Intesa si sono sterminati, lasciando per terra centinaia di migliaia di soldati. Ragazzi di vent’anni il cui nome ora sbiadito, ora più leggibile, sta scritto su una croce che si offre al ricordo e alla meditazione. Campi altrettanto sterminati, tappeto verde, tombe senza cumulo, un sacrario con lapidi che celebrano questo o quell’altro episodio. L’euforia del pellegrinaggio diventa emozione”.

Del Boca davanti alle tante croci dei giovani caduti nella prima guerra mondiale“

E’ ancora la coscienza storica a far dire – e, ancor prima, ipotizzare – al nostro pellegrino d’eccezione che “alla prima guerra mondiale, che a cominciare dall’anno prossimo vedrà la celebrazione dell’avvenimento anche in Italia, si dovrà riservare un capitolo per tanta gioventù mandata a morire, a costo di toglierlo ai ‘piccoli generali’ che la comandavano”.
In queste ore, Lorenzo e Angelo sono usciti dallo Champagne per entrare nella Franche Comté.
“Ci arriviamo col tempo brutto, – ci avvisa Del Boca – ombrello aperto e pioggia battente. Anche i prossimi giorni, secondo il meteo, porteranno brutto tempo”. E dire che l’Italia, dal loro Piemonte e giù giù, fino in Sicilia, sta boccheggiando sotto le spire dell’ultima trovata infernale – l’hanno chiamato Stige, stavolta, il solito anticiclone africano – dei signori del tempo.
Ai pellegrini in viaggio sulle orme di Sigerico occorreranno due giorni per arrivare a Besancon e altri tre per raggiungere la frontiera con la Svizzera. Ad incoraggiarli, un dato: “Per ora – sottolinea Del Boca – 680 km alle spalle e 350 davanti”.

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