Prosegue il viaggio del giornalista e del suo compagno di avventura in cammino lungo la via Francigena

Del Boca e Moia, instancabili, a Reims

Del Boca e Moia davanti alla splendida cattedrale di Reims

Del Boca nella regione Champagne-Ardenne, a 130 km da Parigi

REIMS (Francia) – Hanno varcato la soglia di Francia Lorenzo Del Boca e il suo compagno di viaggio Angelo Moia, instancabili “pellegrini”, da più di dieci giorni, lungo la via Francigena.
Alla Cattedrale di Notre Dame e St. Remy di Reims, dove tutti i reali di Francia sono stati incoronati, Del Boca e Moia si sono presentati esibendo, nientemeno, che la credenziale che Mons. Federico Ponti aveva scritto, per loro, in latino.
“All’accoglienza, per la verità, – racconta il giornalista, già presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti e della Fnsi, oggi nel Cda del Salone del libro di Torino – non sono stati in grado di leggerla e di comprenderla. È stato necessario tradurla in francese. Il latino non lo praticano più nemmeno i preti, ma la nobile autorevolezza di quelle righe, scritte in una lingua arcaica, ha fatto sì che si aprissero le porte della casa diocesana”.
In particolare “la raccomandazione (nostros fratres commendamus) – spiega Del Boca – ha messo il servizio di accoglienza dell’abbazia nelle condizioni di usare un’attenzione inusuale nei confronti di due pellegrini romagnanesi (quantum fieri potest benigne excipiatis)”.
Niente paura: “La cortesia dei funzionari dell’abbazia – fa notare il giornalista – sarà ricambiata dal Padreterno: Dominus, autem, vobis mercedem reddat”. Insomma, Mons. Ponti, sia pure in poche righe, ha pensato a tutto.
I due romagnanesi doc – entrambi nel Comitato per le celebrazioni del Venerdì Santo di Romagnano Sesia, dove vivono – hanno attraversato anche la Piccardia per entrare nello Champagne, lasciando alle spalle “i campi coltivati di frumento, segale, biade e la città di Laon dove un’indicazione sbagliata sulla mappa ci ha costretti ad un tour de force di due ore, sulle strade arroventate dal sole, alla ricerca del rifugio in cui dormire”.
A consolarli, durante la marcia, la vista di “distese di vigneti di uve pregiate per bottiglie di lusso”. Che, però, i nostri, hanno solo potuto ammirare. E da lontano.
Quasi a voler contendere il primato della resistenza ai migliaia di giovani che, in questi stessi giorni, a Rio de Janeiro sopportano pioggia e freddo pur di stare con il loro Papa, Del Boca e Moia raccontano che “l’ultimo giorno di cammino è avvenuto sotto l’acqua. A Tergnier abbiamo evitato, per pochi minuti, di essere investiti da una tempesta di grandine, che ha costretto gli agricoltori a chiedere lo stato di calamità naturale, ma l’indomani niente da fare: abbiamo dovuto riprendere la marcia sotto l’acqua”. E via, tenaci, sorridenti e bagnati, a coprire i 398 km che rappresentano la metà del percorso francese.

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