La blogger cubana, ospite al Festival del giornalismo, attaccata da una trentina di manifestanti filocastristi

Yoani Sanchez scatena la protesta a Perugia

La contestazione al Festival di Perugia

Yoani Sanchez

PERUGIA – Una bella e, per il resto, tranquilla edizione del Festival del giornalismo di Perugia si é chiusa ieri sera con una vivace contestazione. Yoani Sanchez, famosa blogger cubana, una star della rete, è stata duramente attaccata da una trentina di manifestanti filocastristi che hanno distribuito volantini e falsi dollari con la sua faccia.
Tra gli organizzatori del Festival e i contestatori sono volate accuse reciproche di intolleranza e con è mancato qualche momento di tensione, con la Sanchez che ha ribattuto alle accuse di scarso patriottismo e collusione con le autorità americane.
La conferenza, contestazione a parte, è vissuta sulla interlocuzione tra la Sanchez ed il direttore della Stampa, Mario Calabresi, con un breve intervento di Omero Ciai, di Repubblica, che ha spiegato bene perché la Sanchez è così diversa dalla tradizionale figura dei dissidenti cubani. La differenza è nell’ uso della rete, il cambiamento è nel web e nel modo in cui Yoani ne fa uso: non per lanciare manifesti politici ma per scrivere una sorta di diario quotidiano della Cuba popolare e per parlare di vita reale, non di politica.
“Sono filologa – ha detto la Sanchez – e all’inizio non volevo fare la giornalista, è stata la realtà che mi ha detto: ‘raccontami’, ed io non potevo restare zitta, volevo capire perché la Cuba che mi avevano detto che sarebbe arrivata non arrivava mai”.
Quando parla di nuove tecnologie legate all’informazione, la Sanchez in realtà si accende. Dice che il blog è strumento di democrazia e di possibilità, che è una fanatica di twitter, che si è costruita da sola il suo primo pc, un 286, utilizzando anche pezzi di una lavatrice sovietica, ma sostiene anche che la tecnologia non ha una sua etica e può schiacciare una persona o liberarla, a seconda di come la si usa. Di sé, spiega di non rappresentare nessun gruppo politico né ideologico: “Io non sono una oppositrice, sono una cronista della realtà, la realtà è la vera oppositrice”.
Quanto al passaggio di consegne tra Fidel e Raul Castro, la Sanchez è convinta che un cambiamento è in atto, ma molto più lento del necessario e dipendente dal fatto che sono i cubani che stanno cambiando: “Le riforme di Raul – dice – sono l’accettazione di quello che non si può più impedire”. E la tecnologia, secondo Yoani, “rende più difficile mantenere il controllo dell’ informazione”. (Ansa)

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