Il segretario generale della Fnsi allo “Stand up for journalism”. Botta e risposta tra Sallusti e Natale sul caso Farina

Siddi: “E’ un processo vendicativo per i giornalisti”

“Stand up of journalism”, oggi nella sede della Fnsi a Roma

Michele Cassano

ROMA – Direttori di quotidiani, telegiornali, agenzie di stampa, fanno sentire la loro voce contro il disegno di legge sulla diffamazione. Nella sede della Federazione Nazionale della Stampa, a Roma, in occasione della giornata internazionale “Stand up for journalism”’, una decina di responsabili di testate si sono alternati in un dibattito che ha coinvolto in collegamento video anche il Circolo della stampa di Milano, dove era tra gli ospiti Alessandro Sallusti.
Il direttore del Giornale, dopo aver attaccato i giudici che lo hanno condannato al carcere per un articolo scritto da Renato Farina, è stato protagonista di un botta e risposta con il presidente del sindacato, Roberto Natale.
“Vi prego di tenere separata la mia questione professionale da quella legislativa – ha detto Sallusti -, perché non devono avere alibi per far passare una legge punitiva”.
“La guerra civile degli ultimi anni ci ha divisi – ha proseguito -. Nessun direttore ha avuto il coraggio di dire chi sono i responsabili: sono due magistrati. Lo hanno potuto fare perché hanno goduto di una zona franca rispetto ai cani da guardia dell’informazione”.
L’intervento del direttore de “Il Giornale” è stato accolto da una contestazione a Roma di un paio di esponenti di Move On. Pronta anche la replica di Natale. “Le tue parole sulle magistratura sono lontanissime dal sentire di molti di noi – ha detto -. Non ci ritroviamo neanche nell’idea di guerra civile. Piuttosto è stata pessima la scelta di far collaborare Farina, espulso dall’Ordine dei giornalisti”.
Presenti all’incontro, alla vigilia della ripresa della discussione sul ddl in commissione Giustizia al Senato, i direttori del “Tg1”, Alberto Maccari, del “Tg2”, Marcello Masi, di “Rainews”, Corradino Mineo, di “Videonews”, Claudio Brachino, de “Il Sole 24 Ore”, Roberto Napoletano, de “L’Avvenire”, Marco Tarquinio, de “Il Tempo”, Mario Sechi, de “Il Giorno”, Ugo Cennamo, de “La Gazzetta dello Sport”, Andrea Monti, de “Il Corriere dello Sport”, Paolo De Paola, dell’agenzia “Asca”, Gianfranco Astori, de “La Provincia di Cremona”, Vittoriano Zanolli.
Tutti hanno espresso contrarietà ad una legge che – hanno spiegato – appare punitiva nei confronti della categoria e mina la libertà di informazione in primo luogo per le multe elevate.
Più di un direttore ha fatto presente la scarsa solidarietà dei cittadini nei confronti dei giornalisti e invitato i colleghi a sfruttare l’occasione per sottolineare la funzione pubblica dell’informazione. I rischi del provvedimento sono stati sottolineati anche dal direttore dell’Ansa, Luigi Contu, in una lettera inviata al sindacato.
“Questa legge si sta trasformando in un processo vendicativo per i giornalisti – ha sostenuto il segretario della Fnsi, Franco Siddi -. Anche se le multe sono passate da 100 mila euro a 50 mila euro, parliamo sempre di una decuplicazione rispetto alle sanzioni attuali”.
Nel pubblico il senatore del Pd, Vincenzo Vita, secondo il quale “è bene che la legge venga fermata in Commissione che il testo venga completamente riscritto. Si faccia invece una norma stralcio al Senato o alla Camera per l’’abolizione del carcere”.

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