Calabrese di Cardinale, il 19 novembre avrebbe compiuto 86 anni. Da 55 anni era iscritto tra i “Professionisti"

Morto il giornalista Pino Rauti, uomo simbolo del Msi

Pino Rauti

ROMA – Il giornalista Pino Rauti, uomo simbolo del Movimento Sociale Italiano, si è spento oggi, alle ore 9.30 nella sua casa di Roma. Nato a Cardinale, in provincia di Catanzaro, il 19 novembre 1926, Giuseppe Umberto Rauti, nel 1946 assieme a Giorgio Almirante, è stato tra i fondatori del Msi. Giornalista professionista era iscritto all’Ordine del Lazio dal 1° gennaio 1957.

Dalla fondazione del Msi al Mis

Giovanissimo, Rauti partecipa alla fondazione del Movimento Sociale Italiano, alla fine del 1946. Nei primi anni Cinquanta contribuisce a dare nuovamente vita all’organizzazione neofascista che rispondeva alla sigla Far (Fasci di Azione Rivoluzionaria) insieme ad alcuni appartenenti alla corrente così detta “pagana” e “germanica” della prima organizzazione disciolta nel luglio del 1947.
Dopo due attentati a Roma, presso il Ministero degli Esteri e all’ambasciata statunitense, il 24 maggio 1951 furono condotti numerosi arresti nei confronti dei quadri di questa organizzazione, fra questi: Pino Rauti, Fausto Gianfranceschi, Clemente Graziani, Franco Petronio, Franco Dragoni e Flaminio Capotondi. Tra gli arrestati anche il filosofo Julius Evola, considerato l’ispiratore del gruppo.
Il processo si concluse il 20 novembre 1951: Graziani, Gianfranceschi e Dragoni furono condannati a un anno e undici mesi. Altri dieci imputati a pene minori. Tutti gli altri vennero assolti. Tra loro Evola, Rauti ed Erra. Con la fine del processo si concluse definitivamente anche l’adozione della sigla Far.
Nel 1954, dopo la vittoria dei fascisti in doppiopetto e la nomina a segretario di Arturo Michelini, dà vita al centro studi Ordine Nuovo. Nel 1956 Ordine Nuovo esce dal Msi. Arriverà ad avere dai 2.000 ai 3.000 iscritti. Successivamente Giorgio Freda ed altri esponenti di estrema destra entreranno a far parte di Ordine Nuovo.
Negli anni Sessanta e Settanta, il nome di questa organizzazione verrà usato per rivendicare una serie di attentati, ai quali Rauti si dichiarerà sempre estraneo. Nel maggio del 1965 l’istituto di studi militari Alberto Pollio organizza un convegno sulla “guerra rivoluzionaria”, a Roma all’Hotel Parco dei Principi, che viene finanziato dallo Stato Maggiore dell’esercito: si trattava di un raduno fra fascisti, alte cariche dello Stato e imprenditori: Rauti presenta una relazione su “La tattica della penetrazione comunista in Italia”.
Il 16 aprile 1968 parte insieme ad altri 51 estremisti di destra (fra cui l’agente del Sid, Stefano Serpieri, Giulio Maceratini, Mario Merlino, Stefano Delle Chiaie, Franco Rocchetta) da Brindisi per un viaggio di istruzione sulle tecniche di infiltrazione, nella Grecia dei Colonnelli, a spese del governo greco.
Con l’arrivo alla segreteria del Msi nel 1969 di Giorgio Almirante, Rauti e un gruppo di dirigenti rientrò nel partito, e alla guida del movimento restò Clemente Graziani. Il 4 marzo 1972 il giudice Stiz di Treviso esegue mandato di cattura contro Rauti per gli attentati ai treni dell’8 e 9 agosto 1969. Successivamente l’incriminazione si estenderà agli attentati del 12 dicembre.
Il 21 novembre 1973 trenta aderenti ad Ordine Nuovo vengono condannati dalla magistratura per ricostituzione del Partito Nazionale Fascista e viene decretato lo scioglimento dell’organizzazione. Nel 1974, con la rivoluzione dei garofani in Portogallo, viene scoperta l’organizzazione eversiva internazionale fascista Aginter Press con la quale ha stretti rapporti anche Rauti attraverso l’agenzia Oltremare per la quale lavora. Nessuna di queste inchieste ha mai accertato qualche reato a suo carico.
Successivamente Pino Rauti fu inquisito per la strage di Piazza della Loggia a Brescia e in merito il 15 maggio 2008 è stato rinviato a giudizio. Assolto il 16 novembre 2010 in base all’articolo 530 comma 2 del codice di procedura penale (insufficienza di prove). Nelle richieste del pm Roberto Di Martino, per quanto concerne la posizione di Pino Rauti si afferma che la sua è una “responsabilità morale, ma la sua posizione non è equiparabile a quella degli altri imputati dal punto di vista processuale. La sua posizione è quella del predicatore di idee praticate da altri ma non ci sono situazioni di responsabilità oggettiva. La conclusione è che Rauti va assolto perché non ha commesso il fatto”.
Nel 1972 Rauti viene eletto deputato alla Camera nelle file del Msi nel collegio di Roma, dove verrà sempre rieletto fino alle elezioni del 1994. È promotore di una stagione di rinnovamento dentro il partito, lanciando un quindicinale “Linea”, e organizzazioni parallele, dal Movimento giovani disoccupati, ai Gruppi Ricerca Ecologica, e sostenendo i Campo Hobbit fu riferimento delle nuove generazioni del Fronte della Gioventù. La sua era detta la componente dei “Rautiani”.
Nel 1979, al XII congresso del Msi-Dn, viene eletto vicesegretario. È animatore di mozioni congressuali come “Linea futura” (1977), “Spazio Nuovo” (1979 e 1982) e “Andare oltre” (1987).
Il 14 dicembre 1987, al XV congresso del Msi a Sorrento, raccoglie quasi la metà dei consensi, insieme alla corrente di Beppe Niccolai, per l’elezione a segretario, ma è battuto da Gianfranco Fini, sostenuto dal segretario uscente e padre nobile del partito Giorgio Almirante, ormai gravemente malato.
Riceve finalmente la guida del Msi nel 1990 al congresso di Rimini, coalizzandosi con la componente di Domenico Mennitti, e battendo Fini per la segreteria, ma non riesce ad arrestare l’emorragia di voti per la morte di Almirante. Dopo la sconfitta alle amministrative e alle regionali in Sicilia del 1991 il Comitato centrale del partito lo destituisce, e “restituisce” la carica a Fini.
Europarlamentare dal 1994 fino al giugno 1999, dopo il congresso di Fiuggi del 1995, che trasforma il Movimento Sociale in Alleanza Nazionale, Rauti, da sempre animatore dell’ala “di sinistra” di quel partito, fonda insieme ai senatori Giorgio Pisanò e Cesare Biglia e al deputato Tommaso Staiti di Cuddia il Movimento Sociale Fiamma Tricolore, dopo che una sentenza del Tribunale Civile di Roma impedisce ai rautiani di appropriarsi di nome e simbolo storici del Msi-Dn, mentre viene velocemente scartata l’ipotesi di chiamare il nuovo sodalizio politico Partito della Rifondazione Missina.
«Gianfranco Fini a Fiuggi non ha deviato di una virgola dalle sue idee di sempre. Fini ha semplicemente ammesso pubblicamente quello che noi abbiamo sempre sostenuto, e cioè che il “fascismo di destra” non è fascismo, e non lo è mai stato».
Alla guida del Ms-Ft, si candida anche a sindaco di Roma alle elezioni amministrative del 1997. Nell’ottobre 2003, il Tribunale Civile di Roma accoglie un ricorso presentato da alcuni iscritti alla Fiamma Tricolore e stabilisce di invalidare l’elezione del comitato centrale adottato dall’assemblea del partito nel 2000, che confermava Rauti come presidente. A seguito di quella sentenza, Rauti è stato espulso dalla Fiamma Tricolore e ha fondato, nel 2004, il Movimento Idea Sociale.
Il Mis di Rauti ha partecipato alle elezioni europee del 2004 raccogliendo lo 0,1% dei consensi, ma alle elezioni regionali del 2005 trovò un accordo con la Casa delle Libertà ottenendo lo 0,5% di media nazionale. Animatore della cosiddetta “sinistra” del Msi-Dn, Rauti ha insistito nel corso degli anni su temi quali l’anticapitalismo e il terzomondismo, opponendosi alle posizioni conservatrici dell’ala di maggioranza.
Ha esercitato, inoltre, una notevole influenza sul movimento giovanile del partito, sfociato nei tre Campi Hobbit. Sostenitore della socializzazione, fu il collante iniziale dell’insofferenza di una parte della base militante a seguito dello scioglimento del partito in Alleanza Nazionale con la nascita del Movimento Sociale Fiamma tricolore.
Il Movimento Idea Sociale è rimasto nell’orbita della Casa delle Libertà fino ai primi mesi del 2006, il Mis non è poi più riuscito, al contrario di altre formazioni della destra radicale come As e Fiamma Tricolore, a trovare un accordo con la coalizione di Centrodestra.
Il movimento ha deciso allora di presentare liste autonome, raccogliendo però le firme necessarie a partecipare alla competizione elettorale solo nella regione Puglia, dove ha poi ottenuto circa 3000 voti che corrispondono allo 0,008% di media nazionale.
In quella circostanza, tuttavia, a seguito di disaccordi con gli altri vertici (in particolare il segretario nazionale Giuseppe Incardona), Rauti ha presentando liste con il nome Mis con Rauti, che furono contestate da coloro che si consideravano i veri dirigenti del Partito Movimento Idea Sociale.
Nel 2008 il suo Mis (Rauti non si è candidato) partecipa alle elezioni politiche nazionali sotto il simbolo del partito di Roberto Fiore (Forza Nuova) avendo siglato un accordo elettorale, e mantenendo in piedi il Patto d’Azione. Al secondo turno delle elezioni comunali di Roma Rauti esprime il suo appoggio al candidato del Pdl, Gianni Alemanno, suo genero, futuro sindaco della città.
Pino Rauti è suocero del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, del Popolo delle Libertà. La figlia di Rauti, Isabella, è anch’essa impegnata in politica, prima nel Fronte della Gioventù e nel Msi, successivamente nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore, in Alleanza Nazionale ed infine nel Popolo delle Libertà per il quale è consigliere regionale dimissionaria del Lazio. (Wikipedia)

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