Il reporter americano scomparso due settimane fa a Damasco sarebbe detenuto dalle forze di Assad

Il giornalista Austin Tice è in mano al regime siriano

Austin Tice

Distruzione e morte ad Aleppo

BEIRUT (Libano) – Il giornalista statunitense indipendente scomparso da due settimane in Siria è stato arrestato dalle autorità di Damasco ed è attualmente detenuto dalle forze del regime di Bashar al Assad. Lo riferiscono il Washington Post e il gruppo editoriale McClatchy con il quale Austin Tice collaborava.
Intanto, tra i ribelli e l’esercito regolare è battaglia ad Aleppo, seconda città del Paese arabo. 

Tice, 31 anni, è stato arrestato nei pressi di Deraya, alla periferia di Damasco, si legge sul Washington Post.
L’ambasciatrice ceca in Siria, Eva Filipi, che rappresenta gli interessi degli Stati Uniti, ha dichiarato che il giornalista è in vita e detenuto dalle forze governative nei pressi della capitale.
Se Austin Tice “è effettivamente detenuto dal governo siriano, noi speriamo che sia trattato bene e che venga rilasciato presto”, ha detto da parte sua il vice presidente del gruppo McClatchy, Anders Gyllenhaal.
Sul terreno i ribelli siriani hanno attaccato nella notte tra giovedì e venerdì un edificio dei servizi di sicurezza ad Aleppo, seconda città del Paese e snodo ufficiale del conflitto. Lo ha riportato l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdeh).
L’attacco all’edificio che si trova nell’ovest di Aleppo (355 chilometri a nord di Damasco), ha scatenato una reazione dei membri dei servizi di sicurezza, secondo l’organizzazione non governativa con sede in Gran Bretagna. Al momento non sono stati forniti bilanci.
Altri quartieri della metropoli nel nord – Soukkari (sud), Hanano (nordest) e Salaheddin – sono stati bombardati nella notte dall’esercito che ha inoltre ingaggiato combattimenti sul terreno nelle roccaforti ribelli di Salaheddin e Saif el Dawla (sudovest), secondo l’Osdh.
Sull’altro grande fronte di questo conflitto, Damasco e la sua provincia, le truppe regolari hanno bombardato la località di Rankous dopo che a Sayidé Zeinab i ribelli hanno catturato nove membri delle truppe governative, secondo la stessa fonte.
Nell’est del Paese, violenti combattimenti sono scoppiati nei pressi di un edificio della difesa aerea nella città di Boukamal che i ribelli hanno tentato di conquistare, secondo l’Osdh. I bombardamenti hanno, inoltre, causato tre morti tra i civili nelle località della provincia di Daraa, nucleo della contestazione contro il regime di Bashar al Assad. Donne e bambini sono stati inoltre feriti a Basr el Harir.
Le violenze hanno provocato 119 morti ieri nel Paese, tra i quali 79 civili. Il bilancio più grave è stato registrato nella provincia ribelle di Idleb, dove 20 civili – tra i quali otto bambini e nove donne – hanno perso la vita in un bombardamento nella regione di Abu el Zouhour e altri diciassette sono stati uccisi dalle raffiche con armi automatiche attribuiti all’esercito nella città di Ariha, sempre secondo l’Osdh.  (TMNews)

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